Milano - Londra, Montecarlo, Campione d’Italia. Perfino Madrid. E nel caso di un italiano acquisito come Michael Schumacher anche la Svizzera. Il miraggio della residenza all’estero, qualche volta per passione geografica ma molto più spesso per il regime fiscale più leggero, da sempre è stato di grande attrazione per i campioni dello sport italiano: dal ciclismo al motociclismo, dal calcio al tennis è lunga la lista degli atleti azzurri che hanno deciso di trasferire la propria residenza all’estero, in primis a Montecarlo. Per Valentino Rossi, come in passato per Mario Cipollini, Max Biaggi o Loris Capirossi (per lui l’accusa era di evasione su 8 milioni di euro), è scattato l’accertamento del fisco e ne è nato un pesante contenzioso fiscale. Ma più frequenti sono le occasioni in cui la residenza all’estero non è contestata. Ecco una mappa degli sportivi italiani che dichiarano di non vivere in patria.
Montecarlo Meta tra le più scelte non soltanto dal mondo dello sport, ma anche da quello dello spettacolo e dell’imprenditoria, nella capitale del Principato di Monaco si sono trasferiti i tennisti Nicola Pietrangeli, Lea Pericoli, Stefano Pescosolido, Diego Nargiso, Omar Camporese, Andrea Gaudenzi e Filippo Volandri; e poi i piloti di Formula 1 Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli, Luca Badoer, Gianni Morbidelli ed Emanuele Pirro, i ciclisti Paolo Bettini, Michele Bartoli e gli ex campioni Josè Altafini e Alberto Tomba.
Gran Bretagna A far compagnia a Valentino Rossi, nel Regno Unito, c’è l’altro campione di motociclismo Marco Melandri, residente a Derby.
Spagna La nazione iberica è stata scelta come luogo di residenza da Giovanni Lombardi, oro nelle individuali a punti alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, che vive a Madrid.
Campione d'Italia Si spostò di pochi chilometri dall’Italia anche Fabio Capello, che decise di trasferire la propria residenza in riva al lago di Lugano già quando allenava la Roma. Ne nacque una polemica, poi chiusa con il rientro del tecnico in Italia.
Campioni inguiati Ma la squadra di sportivi incappati nei guai delle tasse è anche più lunga. La vicenda più famosa è quella che coinvolse, alla fine degli anni ’90, Alberto Tomba: al campione di sci fu contestato di aver portato il denaro all’estero grazie ad un sofisticato sistema di società sorte nei ’paradisi fiscalì, quindi fuori dal controllo dello Stato italiano. L’inchiesta si risolse con l’assoluzione di Tomba, anche perchè nel frattempo lo sciatore aveva provveduto a sanare tutti i suoi debiti col fisco, pari a 10 miliardi di lire.
Re Leone Non è sfuggito alle indagini di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate nemmeno Mario Cipollini: anche il ciclista toscano aveva scelto come residenza Montecarlo, ma ciò non è bastato ad evitargli la contestazione di circa 5 milioni di euro, ridotti a 1 milione dopo ulteriori accertamenti, non dichiarati. L’ex campione del Mondo si è però sempre opposto al procedimento avviato nei suoi confronti perchè ha da sempre dichiarato di essere stato realmente residente, e non in modo fittizio, nel paradiso fiscale monegasco dal 1997 al 2003.
Vizietto diffuso Se si varcano i confini nazionali la lista degli sportivi inciampati almeno una volta nei problemi fiscali, legati agli introiti pubblicitari, si allunga: da Steffi Graf a Boris Becker, da John McEnroe al fantino Lester Pigott, senza dimenticare i guai col fisco di Diego Armando Maradona, che ha ancora un conto di 31 milioni di euro in sospeso con il fisco italiano.
Sospeso e forse mai più saldato, tanto che, in uno dei suoi ultimi viaggi in Italia, la Guardia di Finanza ha sequestrato al Pibe de Oro due Rolex d’oro dopo aver già pignorato, un anno prima, il compenso che l’ex campione del Napoli aveva ricevuto per la partecipazione al programma televisivo "Ballando con le stelle".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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