
Addio alla boxe. Questa la clamorosa decisione che avrebbe preso Imane Khelif, la pugile algerina al centro della bufera alle Olimpiadi di Parigi – dove ha conquistato la medaglia d’oro – e recentemente fuori dai Mondiali di pugilato. Secondo quanto reso noto dal manager Nasser Yefsah, la ventiseienne avrebbe deciso di mollare tutto. E non è chiaro se ci possono essere margini per un ripensamento.
Andiamo per gradi. Imane Khelif è finita al centro del dibattito sportivo per il test genetico effettuato nel 2023 che ha evidenziato la presenza di cromosomi XY e un livello più elevato di testosterone nel suo corpo. L’esame non venne preso in considerazione dal Comitato Olimpico Internazionale, consentendo all’algerina di partecipare alla competizione femminile e di vincere la medaglia più prestigiosa. La World Boxing ha dunque deciso di introdurre l’obbligo di test genetici – da effettuare solo una volta – per tutti i pugili sopra i 18 anni. Ma la Khelif ha deciso di rifiutare la partecipazione, perdendo i Mondiali e la Eindhoven Box Cup.
Ma non si tratterebbe di una pausa temporanea: secondo il manager Nasser Yefsah avrebbe deciso di appendere i guantoni al chiodo. Intervistato da Nice Matin, l’ormai ex mentore della pugile ha evidenziato: “Attualmente ha smesso tutto. Non ha nemmeno ripreso a fare boxe. Dopo quello che è successo alle Olimpiadi… In ogni caso, sarà sottoposta allo stesso tipo di test se diventerà professionista”. Yefsah ha spiegato che Imane Khelif ha lasciato Nizza e starebbe sostenendo degli allenamenti in Algeria e in Qatar, ma solo come semplice allenamento: “Niente di più.
E poi viaggia principalmente per contratti di sponsorizzazione”.La pugile intersessuale (sesso biologico maschile con attributi femminili) non combatte ormai da tredici mesi e potrebbe dunque abbandonare il sogno di diventare professionista. Il futuro resta tutto da scrivere.