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Rocky Marciano, mito invincibile tra pugni senza tempo e un record

La grandezza di Rocky Marciano in un numero: 49 incontri, 49 vittorie. Una dannazione per chi ha provato a raggiungerlo. Sul ring per 240 round prima del ritiro "intelligente"

Quel mito rimasto invincibile tra pugni senza tempo e un record

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N essun film di fantasia avrebbe potuto raccontare la storia di un "ideale" Rocky Marciano meglio di come l`abbia raccontata lui. Sono cento anni dalla nascita (1 settembre 1923) ma forse se n`è andato troppo presto per non averci lasciato con la voglia di riscoprirlo ogni volta. Così nascono e così finiscono le leggende e Rocky Marciano è stato il simbolo dell`Invincibile.

Una leggenda umana che si è legata ad un mito, squarcio di un`Italia che era andata a cercare fortuna oltre Oceano: italiani erano i genitori suoi che venivano dal nostro Sud. Papà Pierino Marchegiano da Ripa Teatina e mamma Pasqualina dalla provincia di Benevento. Rocky, che poi era Rocco Francesco Marchegiano, nacque a Brockton, terra fertile per il mondo dei pugni. A 15 anni, anno 1969, ci arrivò Marvin Hagler e cominciò ad imparare l`arte nella palestra dei fratelli Petronelli. Rocky invece morì proprio in quel 1969, il giorno prima di compiere 46 anni (31 agosto), fra i rottami di un aereo Cessna che andò ad abbarbicarsi all`unica quercia nel mezzo di un campo di grano, a pochi km dall`aeroporto di Newton. Era diretto a Des Moines, la capitale dello Iowa, si affidò ad un vecchio amico dall`eccesso facile. Il resto lo fece una tempesta. Lo trovarono inchiodato al suo posto, incapace di sfuggire all`unico colpo che lo mise ko.

In realtà Rocky, che ispirò tanti altri Rocky, non se ne andò mai perché se Carnera divenne il mito del gigante, che anzi instillò proprio le voglie in quel ragazzino, lui ha mantenuto la corazza dell`Imbattibile, nessun peso massimo è uscito dal ring professionistico da imbattuto (da dilettante qualche sconfitta arrivò) con quel numero 49 (49 incontri, 49 successi) che nella storia pugilistica è stato una dannazione per chi ha provato a raggiungerlo. Nessuno in così pochi anni di attività (1947-1955) riuscì a diventare un re del mondo e di un mondo. Gli americani trovarono la speranza bianca. E se Joe Louis è stato un campione dei campioni in quanto ad arte, Marciano interpretava la totale dedizione alla guerra sul quadrato: alto poco meno di un metro e 80, peso intorno agli 85 kg, ma la capacità distruttrice di un carro armato, l`88% dei match vinti per ko, due sole volte al tappeto: ad opera di Jersey Joe Walcott e dell`intramontabile Archie Moore.

Per tutti Rocky pareva uno sciame di api dal quale non sapevi liberarti. Non ti pungeva, ti demoliva. Qualcuno, Carmine Vingo, ragazzo di origine italiana, finì all`ospedale per un terrificante ko. Ma Rocky aveva cuore non solo fegato: gli pagò le cure. Ed, anzi, il giorno delle nozze gli regalò il mobilio per la camera da letto. Ad estremizzare, il mondo dei massimi è stato segnato da due poli di attrazione: Rocky Marciano, ribattezzato "The Brockton Blockbuster" (il demolitore di Brockthon), e Muhammad Alì effervescente chiacchierone, politico e predatore da palcoscenico che si ribattezzò "The greatest" (il più grande). Alì ha fatto storia con i pugni, le parole e qualche genialata politica. Marciano solo con i pugni ed il suo record. Due facce da leggenda.

È nato Rocky Marciano per lo strafalcione di uno speaker che sbagliava il cognome, ha saputo gestirsi economicamente: lontano da ogni spreco. È stato sul quadrato per 240 round ed ha incassato circa 4 milioni di dollari.

La popolarità lo portò in tv, recitò nel cinema con Bob Hope e Jerry Lewis. Da bambino rischiò di morire per una broncopolmonite. Mamma Pasqualina si affidò ad una guaritrice che lo tenne in vita con una strana brodaglia. Sul ring Rocky si affidava a quella combinazione "sinistro-diretto destro" che rese così tanti servigi da definirla affettuosamente "Suzie Q". Lui provava e quella risolveva i problemi. Così capitò al 13° round contro Jersey Joe Walcott, nel primo match per il titolo. «O lo butti giù o hai perso» gli dissero dall`angolo. "Suzie Q" fu impietosa. Era il 23 settembre 1952: così Marciano conquistò la corona che lasciò solo dopo aver abbattuto Archie Moore, 38enne re dei mediomassimi, pur avendo subito un atterramento.

Nello Yankee stadium di New York, quel 21 settembre 1955, Rocky sentì un campanello d`allarme. Con intelligenza non tornò mai sulla decisione. Eppure nell`ultimo round furono contati 64 colpi consecutivi a distruggere Archie.

Gli ultimi di una storia che finirà mai.

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