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Olimpiadi Milano-Cortina, scoppia il caso Hockey. Usa e Canada pronte a rinunciare: i motivi

Secondo la NHL, la lunghezza della pista nell’impianto di Cortina non rispetta i parametri a cui sono abituati Oltreoceano. Resta poco tempo per trovare un accordo

Olimpiadi Milano-Cortina, scoppia il caso Hockey. Usa e Canada pronte a rinunciare: i motivi
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La presenza delle nazionali di hockey di Stati Uniti e Canada alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 si fa sempre più a rischio. Il motivo? La pista da ghiacco è troppo corta: motivo per cui la NHL potrebbe non inviare i propri giocatori, dato che non si ritiene soddisfatta della praticabilità dell’impianto. A due mesi dalla partenza dei giochi, la lega americana ha lanciato un ultimatum. "I nostri giocatori non parteciperanno se la qualità del ghiaccio non sarà sufficientemente buona".

Secondo i professionisti del ghiaccio a stelle e strisce, la lunghezza della pista nell’impianto di Santa Giulia non rispetta i parametri di gioco a cui sono abituati Oltreoceano. La pista dell’impianto di Cortina misura 196.85 piedi, mentre quelle della NHL arrivano anche a 200 piedi di lunghezza. Quasi un metro di differenza che gli americani, come già accaduto nelle scorse edizioni, non sembrano disposti ad accettare. Misure già approvate dalla Federazione internazionale, e che a questo punto mettono a rischio la partecipazione ai Giochi dei migliori hockeisti al mondo.

Una minaccia da prendere sul serio, visto che già in passato si è rivelata vera. L’ultima partecipazione dei rappresentanti americani alle Olimpiadi, infatti, risale al 2014. Dopo una lunga trattativa con la Federazione internazionale, però un accordo sembrava essere raggiunto. Ma non a sufficienza. Da attenzionare anche le condizioni del ghiaccio. Pete DeBoer, assistente allenatore della Nazionale canadese, in un’intervista radiofonica a Sportsnet ha espresso il suo disappunto. "La superficie del ghiaccio sembra che sarà più piccola rispetto agli standard della Nhl di circa 90 o 120 centimetri. Non capisco come sia successo" . Il vicecommissario della NHL, Bill Daly ha affermato: "Se il ghiaccio è impraticabile, è impraticabile. Non voglio essere superficiale: probabilmente lo sapremo prima dell’inizio ufficiale dei Giochi. Ovviamente, se i giocatori ritengono che il ghiaccio non sia sicuro, non giocheremo. È semplice".

La soluzione del problema, però, potrebbe essere trovata: "Ci siamo offerti, e loro stanno utilizzando i nostri esperti del ghiaccio, i nostri tecnici ed i fornitori esterni. Stiamo praticamente trasferendo tutti lì per cercare di contribuire a realizzare questo progetto in un modo che sia accettabile per gli atleti della NHL, e sono cautamente ottimista che questo darà i suoi frutti".

Il Comitato olimpico ha rassicurato che le misure saranno quelle concordate ma non c’è ad ora la certezza, dato che le piste sono ancora in costruzione e in meno di due mesi dovranno essere ultimate e testate prima dell'inizio della kermesse. Insomma il tempo stringe.

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