Olimpiadi, vince anche Lin Yu-ting (già squalificata perché troppo mascolina)

Squalificata dai Mondiali per il fallimento del test di idoneità di genere, la 28enne ha avuto la meglio sull'uzbeka Turdibekova negli ottavi della categoria 57 kg

Olimpiadi, vince anche Lin Yu-ting (già squalificata perché troppo mascolina)
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Imane Khelif ma non solo. La boxe alle Olimpiadi di Parigi 2024 vanta un altro caso destinato a fare discutere: parliamo della taiwanese Lin Yu-ting, squalificata dai Mondiali tenutisi l'anno scorso dall'Iba per il fallimento dei test di idoneità di genere ma regolarmente presente ai Giochi a competere con le donne. Ebbene, l'atleta 28enne - non è chiaro se transgender, intersex o altro - ha vinto il suo incontro di apertura al torneo di pugilato battendo Sitora Turdibekova 5-0 e qualificandosi ai quarti nella categoria 57 kg donne.

Lin Yu-ting è salita sul ring della North Paris Arena tra un coro di applausi del pubblico francese e ha avuto la meglio nel confronto con la rivale ai punti, con la quale c'è stata una cordiale stretta di mano prima dell'inizio della sfida. Dopo l'annuncio della vittoria, la taiwanese si è inchinata al pubblico prima di lasciare il ring e andare a salutare alcuni sostenitori. Dribblate, invece, le telecamere dei cronisti presenti nel palazzetto. Domenica nei quarti di finale affronterà la bulgara Kamenova Staneva.

Nella mattinata di oggi il Cio è tornato a difendere le sue scelte con il portavoce Mark Adams, che ha stigmatizzato senza mezzi termini le critiche apparse in rete e sui giornali sul caso Khelif. "Questi pugili sono del tutto idonei, sono donne sui loro passaporti, sono donne che hanno gareggiato alle Olimpiadi di Tokyo e gareggiano da molti anni, penso che abbiamo tutti la responsabilità di moderare la situazione e non trasformarla in una caccia alle streghe", la posizione espressa da Adams. Linea totalmente diversa da quella dell'Iba, che in occasione dei mondiali del 2023 aveva accusato la taiwanese e la Khelif "di aver provato a ingannare i loro colleghi e di fingere di essere donne". Secondo quanto reso noto dal presidente della federazione, il russo Umar Kremlev, i test delle due pugili avevano mostrato che le atlete avevano "cromosomi XY", ossia quello degli uomini.

Test e parametri differenti, ma sicuramente qualcosa non torna.

L'Iba - esclusa dalle organizzazioni che supervisionano i Giochi - ha ribadito che le normative del Cio sollevano seri interrogativi sia sull'equità competitiva che sulla sicurezza degli atleti. Seguiranno aggiornamenti.

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