
Forse da questo weekend è nata un’idea: con gli americani, invece di farci bistrattare dai dazi, dovremmo giocarcela a golf. Parliamo di Ryder Cup, e per chi non fosse del ramo si tratta di quella competizione biennale in cui la sfida sui green diventa a squadre: non capita spesso, ma quando succede il tradizionale silenzio di uno sport rovinato solo dai cinguettii degli spettatori appollaiati sugli alberi, diventa una caciara pazzesca. E appunto così è accaduto in questa sfida a New York tra Usa e Europa, però stavolta come non mai.
Non è un caso, forse, che in questo momento alla Casa Bianca ci sia il golfista più scorretto della storia. Il selezionatissimo (si fa per dire) pubblico presente intorno al green ha trasformato il tifo per il proprio team in un’aggressione a mano armata (di lattine di birra, tra l’altro vendute a 18 dollari l’una perché almeno qualcuno ha capito che in giro c’erano molti tordi), così che si sono viste scene da far impallidire il peggior bar di Caracas. Ovvero: insulti agli avversari impegnati a colpire la pallina, reazioni scomposte che hanno quasi portato a una quasi rissa tra giocatori, tabelloni in giro per il club che sconsigliavano l’ubriachezza molesta, spettatori portati via di peso dalla sicurezza. Tutto questo mentre i (di solito) compassati telecronisti si andavano progressivamente trasfigurando a livello di curva sud. Insomma: che sconvenienza, my God.
La cosa bella, appunto, è stata che alla fine gli Usa hanno preso, nei fatti, una bastonata. Dopo due giorni, il vantaggio della squadra blu è stato a livelli record; il terzo è stato un resistere, resistere, resistere alla rimonta per arrivare al secondo successo consecutivo, dopo quello di Roma del 2023. Bastone e carote - in pratica - ma al contrario, per un “nostro” trionfo, perché c’è almeno una volta ogni due anni in cui l’Europa tifa dalla stessa parte.
Ed è per questo che – ora che il golf tornerà nel suo torpore – ci si dovrebbe già preparare per la prossima volta: tra due anni ci si rivede in Irlanda, tra l’altro nel centenario della Ryder. E naturalmente, se non avrà ancora dichiarato la guerra ai marziani, Donald Trump bisogna assolutamente invitarlo. Con una mazza in mano magari si riuscirà a trattare alla pari.