«Altro che avances, il Cavaliere per me è stato come un nonno»

Un rapporto di amicizia, di «profonda affinità elettiva». Ma nessuna avances da parte del Cavaliere. «Quando mi telefonava mi raccontava tutto quello che stava facendo, mi chiedeva se avevo bisogno di qualcosa, era molto gentile. Ma senza mai andare oltre. “Potrei essere tuo nonno” mi diceva». Parola di Virginia Sanjust (nella foto), 32 anni, ex annunciatrice della Rai e già vittima di una prima campagna di accuse al premier quando nel gennaio 2008 il suo ex marito Federico Armati, agente del Sisde, accusò di abuso d’ufficio e mobbing il premier Silvio Berlusconi, che poi fu definitivamente prosciolto da tutte le accuse.
Nella sua intervista al settimanale «Oggi» la Sanjust dice di provare «compassione per Noemi, ma non in senso negativo, perché non è pena. Nel senso che in lei rivedo un po’ di me e di ciò che mi è successo in passato».
Il legame tra l’annunciatrice Rai e il premier risale al 2003, quando la Sanjust annunciò un discorso del premier a reti unificate. Lui era rimasto colpito al punto da mandarle un mazzo di fiori con un bigliettino: «Un debutto a reti unificate: evviva e complimenti!». Lei aveva telefonato per ringraziare e da lì la loro «affinità elettiva» era proseguita. Lui l’aveva anche invitata a colazione a Palazzo Chigi. «È vero», ammette. Come ammette incontri, telefonate, regali: «Diamanti? Sì, è vero, ma non mi è rimasto niente. Ho donato qualsiasi cosa ad alcuni miei fratelli più poveri di me... Mi ha anche insegnato molto, ma il nostro è rimasto, tutto sommato, un rapporto superficiale. Niente di significativo, diciamo così». Di Berlusconi dice: «Lui ora è in grande difficoltà. È circondato da persone che dimostrano una falsa riverenza verso il potere. Attorno a lui c’è un ambiente troppo ruffiano. Lui, invece, ha un grande cuore, un equilibrio fuori dal comune e sa essere molto paterno come era stato con me. Quando mi telefonava mi raccontava tutto quello che stava facendo, mi chiedeva se avevo bisogno di qualcosa, era molto gentile. Ma senza mai andare oltre». Poi l’invito: «Al presidente chiedo di ritrovare se stesso e la fede. Perché proprio una delle prime cose che mi disse era questa. “Sai Virginia”, mi confidò da subito, “io ho un po’ perso la fede”.

Per forza, sei attorniato da un mare di vampiri che vogliono sempre qualcosa in cambio o vogliono solo i tuoi soldi! Ci credo che te ne allontani. Forse dovrebbe ammettere di aver sbagliato, di essersi fatto travolgere dal potere dei soldi. Ma alla sua età, dopo una vita, è molto più difficile».

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