Lopera darte del 2010 è nella Chiesa di San Marcellino a Parma, da tempo in stato dabbandono. Si intitola Naufragio con spettatore e lautore è Claudio Parmiggiani, cui il comune della città dedica una rassegna al Palazzo del Governatore. È una gigantesca installazione che ingombra il vecchio altare, dal pavimento al soffitto. Una barca di legno, antica e vissuta, relitto che ha solcato tutti i mari del mondo, le vele ammainate in segno di stanchezza forse, mai di resa, appoggia lo scafo su centomila libri che ne reggono il peso. A guardarlo, questo naufragio, ti si spezza il fiato, ti invade la meraviglia e finalmente sei preda di un sentimento: solo e senza sovrastruttura alcuna.
Da tempo un artista italiano non si misurava con un tema così profondo ed evocativo, il silenzio cui è costretta lidea di cultura occidentale. Da troppo tempo anche noi, che nel rapporto con la storia e il pensiero abbiamo fondato la nostra civiltà visiva, siamo assuefatti alle polemiche, alle trovate bislacche, alle belle pensate di pubblicitari mancati, elaborati stentati di funamboli circensi senza fondamenti e invisi alla bellezza. Per tutto il 2010 ci siamo trovati a commentare diti medi in marmo e stronzi di bronzo collocati nelle piazze dItalia al solo scopo di provocare reazioni contrastanti nellopinione pubblica. Tutto questo ci diverte, giornalisticamente parlando sono notizie succose. Eppure, in fondo, ci rattrista. Larte vera, quella di cui abbiamo bisogno per sopravvivere, dovè finita? Ne esiste ancora oppure siamo solo spettatori passivi di un naufragio senza possibili approdi?
Quando lha vista, la Chiesa di San Marcellino, edificata nel 1540 e abbandonata dal 1928, Claudio Parmiggiani ha «sentito» che lì sarebbe accaduta la sua nuova straordinaria creazione. Lui, che ha scelto un volontario esilio dallagone e dalla polemica, che non rilascia una dichiarazione da oltre quarantanni, che dimostra assoluta indifferenza rispetto ai temi dellattualità, pone lunico problema davvero importante in unipotesi di arte senza tempo: la presenza morale dellartista e la totale identificazione con lopera. Senza sotterfugi, inganni, né comodi paracaduti, ha lasciato il più bel regalo che si potesse immaginare. A Parma e allItalia.
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