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Altro che Dan Brown, ecco le parole misteriose di Mosè al popolo di Israele

Nei rotoli del Mar Morto si cela uno dei più grandi segreti della storia delle religioni: il testo autentico del Deuteronomio. La versione originale, diversa da quella conosciuta, scoperta da un professore del «Princeton Theological Seminary»

È nascosto tra i frammenti dei rotoli del Mar Morto un segreto più segreto del Simbolo Perduto di Dan Brown: il testo autentico del Deuteronomio, il quinto dei libri che formano la Torah. La versione originale, le vere parole pronunciate da Mosè al Popolo d'Israele nel deserto, diverse da quelle delle raccolte posteriori, che hanno risentito delle dispute teologiche delle varie scuole rabbiniche.
A sostenerlo James Charlesworth, un professore di studi neotestamentari presso il Princeton Theological Seminary, il quale ha analizzato un piccolo frammento, grande quanto il palmo di un uomo. Si tratta di un passo che 27mo capitolo del libro in cui sono raccolti i discorsi di Mosè alla nazione ebraica prima dell'arrivo nella Terra Promessa, quelli in cui sono elencati i Dieci Comandamenti ed i «mitzvot», i dettami della Seconda legge destinati a regolare la condotta privata e pubblica una volta finito l'insediamento nella regione di Canaan.
Nel frammento analizzato da Charlesworth, Mosè prescrive a chi sarebbe entrato nella Terra Promessa (privilegio che a lui non sarà accordato) di erigere un altare di pietra in onore dell'unico Dio al di là della riva destra del Giordano. E, parlando su ispirazione diretta di Dio, ordina che l'altare sorga sul Monte Gerizim. Ora, è questo il particolare che suggerisce la tesi dell'originalità del testo di Qumran: in tutte le versioni ufficiali, redatte successivamente, il luogo indicato sarebbe un altro, vale a dire il Monte Ebal. Quanto basta al professor Charlesworth per affermare che, vista non solo la veridicità della versione dei manoscritti, appurata in centinaia di pubblicazioni, ma anche la loro generale correttezza si tratta delle vere parole di Mosè. O di Dio, visto per appunto Mosè su ispirazione divina parlava. La versione successiva dovrebbe essere invece frutto di una soluzione imposta nel corso di un vero e proprio scontro tra gruppi religiosi. «Finalmente il testo originale del Deuteronomio», ha dichiarato al Los Angeles Times, «si tratta di una scoperta di importanza sensazionale».
Il frammento oggetto del suo entusiamo è stato mostrato, rigorosamente in fotografia, dal board dell'università californiana che lo ha acquistato insieme ad altri quattro. Si tratta, anche in questi casi, di parti dell'ultimo libro del Pentateuco ad eccezione di un papiro che riporta parte del Libro di Daniele. Tutti hanno raggiunto la cassaforte dell'Azusa Pacific University al termine di un percorso che li ha portati nelle mani di collezionisti privati e mercanti specializzato, uno dei quali (non meglio identificato) a Venezia.

Ora resteranno in California per un po', affidati alle cure di chi cerca le Vere Parole di Dio.

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