«Altro che sprechi, la Sicilia prenda esempio dal Veneto»

Governatore veneto Giancarlo Galan, il sottosegretario Gianfranco Miccichè ha detto al «Giornale» che il Nord spende male i soldi pubblici. E ha fatto come esempio il Mose.
«Be’, voglio pensare a una pura e semplice disinformazione. Non posso immaginare che sia così ignorante».
È stato male informato?
«È la migliore delle ipotesi. Il sottosegretario con delega al Cipe, quello che tiene i cordoni della borsa per le grandi opere, quello che appena qualche settimana fa ha assegnato altri 800 milioni di euro al proseguimento di un’opera più volte definita epocale dal presidente Berlusconi, non può essere così approssimativo. Sono sorpreso e amareggiato, non saprei a chi si riferisca con questi messaggi in codice».
Faccia un’ipotesi.
«Non voglio immischiarmi nella diatriba politica di Miccichè e altri politici siciliani che contrappongono il Nord al Sud perché Venezia non appartiene né al Nord né al Sud, è un patrimonio dell’umanità. Nella battaglia per la salvezza di Venezia, nei miliardi di denari arrivati negli ultimi decenni c’è tutto il mondo, ma mai nessuno ha parlato di soldi sprecati».
A che punto sono i lavori del Mose?
«Eseguito il 54 per cento. Sono stati assegnati 3.244 milioni di euro e spesi 2.291, contro una spesa finale prevista di 4.271 milioni. È un’opera bipartisan come poche nella storia d'Italia, volutissima da Berlusconi ma anche da Prodi, D’Alema e Amato».
Miccichè parla di «lavoro inutile che va buttato».
«Dovrebbe essere la persona più informata, è davvero sorprendente. Evidentemente ignora le battaglie contro i falsi ambientalisti e la qualità di una grande opera di ingegneria ambientale che tutto il mondo ci invidia: vengono perfino dalla Cina a studiarla. Ma la sua ignoranza peggiore è un’altra».
Quale?
«Che è lo Stato italiano a realizzare quest’opera, e ci sono mille controlli: il Comitatone, il Magistrato alle acque, il ministero di Matteoli. Non so a quali sprechi si riferisca Miccichè. Perché non parla di quelli siciliani?».
Ne fa una questione personale?
«Tutt’altro: dico che bisogna salvaguardare tutti i patrimoni culturali che appartengono alla storia della civiltà. Ho visitato pochi anni fa la Villa romana del Casale di Piazza Armerina: non l’ho trovata in ottime condizioni. E la Sicilia è una regione a statuto speciale a differenza del Veneto».
Due mesi fa il Cipe negò i fondi all’alta velocità ferroviaria: è il secondo siluro ravvicinato lanciato da Miccichè al Veneto?
«Onestamente non è colpa del Cipe, è una vergogna di tutto il Paese che non appartiene a questo governo. È possibile dimenticare i treni veloci tra Milano e Trieste, l’asse economico e produttivo più importante del Paese? Sono scelte che riguardano tutta la politica dei trasporti. Noi in Veneto stiamo realizzando una grande quantità di infrastrutture con i soldi che ci dà il governo Berlusconi. E poi sfruttiamo il “project financing”».
Cioè soldi dei privati.
«Sì, e la voglio dire in modo esplicito. Se potessimo realizzare l’alta velocità come abbiamo fatto il Passante o stiamo facendo la Pedemontana, cioè senza il denaro della collettività nazionale ma con quello dei nostri imprenditori, noi siamo pronti. Qui non siamo abituati a vivere con l’assistenzialismo, è un’epoca finita da decenni e da noi ha lasciato quel gigantesco relitto post-industriale che si chiama Porto Marghera».
Secondo lei, chi può avere informato male il ministro?
«Non lo so.

Sarebbe bene che il sottosegretario dicesse qual è la sua fonte e la comunicasse al presidente del Consiglio o anche al sottosegretario Gianni Letta, che del Mose conosce vita morte miracoli minuto per minuto. Se mi dà un colpo di telefono posso spiegargli anch’io come stanno le cose. Ma non può dire “mi hanno comunicato che... ”, perché sono quelle cose che in bocca a un siciliano suonano male».

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