Il Tricolore siamo noi. Guai a non rispettarlo

È da troppo tempo ormai che il nostro tricolore e la nostra bandiera sono stati trasformati in simboli vergognosi, da non esporre, da non mostrare

Il Tricolore siamo noi. Guai a non rispettarlo
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Gentile Direttore Feltri,
gradirei conoscere la sua opinione circa il comportamento tenuto dalla neo eletta sindaca di Merano Katharina Zeller che, durante l'insediamento in Municipio, si è subito sfilata la fascia tricolore appoggiandola poi sul tavolo. C'è chi parla di vilipendio del tricolore. Lo considera esagerato?

Luca De Stefanis

Caro Luca, è da troppo tempo ormai che il nostro tricolore e la nostra bandiera sono stati trasformati in simboli vergognosi, da non esporre, da non mostrare, espressione non della patria, della Nazione Italia nonché di un popolo, quello italiano, ma di sovranismo, estremismo di destra, nazionalismo, fascismo. Se andare fieri dei nostri colori equivale ad essere fascisti, allora io stesso sono costretto a proclamarmi tale, perché io a questo vessillo sono legato, affezionato morbosamente, e ritengo che il nostro tricolore vada difeso. Quello che mi ha impressionato di più della cerimonia di insediamento del nuovo sindaco di Merano è stata l'espressione, ben visibile sul suo viso, di disgusto nei confronti di quella fascia verde, bianca e rossa che l'ex primo cittadino le stava consegnando. Pareva che le porgesse un panno intriso di liquame delle fognature. Ebbene, se a questa donna, questa Katharina Zeller, fa schifo la nostra bandiera, che si candidi in qualche comune tedesco e non a Merano, che, fino a prova contraria, si trova sul suolo italiano ed è cittadina italiana. Avrei voluto vedere la faccia della signora nel caso in cui i colori della fascia fossero stati quelli tedeschi. Avrebbe conservato la medesima espressione contrita, sofferente e insofferente? Sospetto che Zeller sia intollerante nei confronti dello Stato italiano, simboleggiato appunto da quel tricolore. Sospetto che Katharina, dunque, non sia all'altezza del ruolo che le è stato assegnato, non essendo munita del prerequisito essenziale per svolgere certe funzioni: l'amore verso un ordinamento, un popolo, una Nazione di cui ella da ora è pure servitrice su mandato dei cittadini sovrani. Lo sa Zeller che il tricolore richiama il verde delle nostre pianure, il bianco delle nevi delle Alpi e degli Appennini e il rosso del sangue versato dai nostri compatrioti per l'unione della nostra patria?

Tu mi chiedi se accusare il sindaco di vilipendio sia esagerato. No, non lo è affatto. Di vilipendio si tratta. E sono certo che i meranesi che hanno votato Zeller, almeno quelli di lingua italiana, siano già pentiti, il tutto in tempi record, a neppure un'ora dalla elezione.

Siamo stanchi di vedere esibite e sventolate ovunque bandiere arcobaleno o palestinesi, che ormai compaiono persino all'interno delle nostre Camere, pratiche che si accompagnano ad un atteggiamento di ostilità e disprezzo verso la nostra di bandiera, ossia verso noi stessi.

I nostri simboli non sono meri marchi privi di valore e di senso. Essi sono sintesi della nostra storia, delle nostre radici, delle nostre sofferenze e dei nostri principi, quelli per cui siamo stati disposti persino a morire.

Zeller si inchini. O si destituisca.

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