Amanda e Raffaele assolti La scienza non sempre basta

«C lamorose defaillances» «amnesie investigative, «scelte discutibili», sciatterie inverosimili. Se la prova del Dna non ha retto nel processo a Amanda Knox e Raffaele Sollecito, la colpa è di una lunga serie di errori compiuti durante le indagini. Nella sentenza che ha assolto la studentessa americana e il suo boyfriend italiano dall'accusa di avere partecipato all'uccisione della inglese Meredith Kercher (Perugia, 1 novembre 2007) la Cassazione manda un messaggio preciso: la prova genetica ha nel processo penale un valore incontestabile, essendo «infinitesimale» la possibilità di uno sbaglio di persona. Ma solo se il prelievo e l'analisi delle tracce genetiche avvengono con lo scrupolo imposto dalle procedure internazionali e possono essere ripetuti in presenza dei difensori. La scienza è importante, dice la Cassazione, ma a condizione - e i giudici qua citano Galileo - che sia «affidabile, verificabile, condivisibile».

Esattamente il contrario di quanto accaduto durante le indagini sul delitto di Perugia, in particolare per i due reperti decisivi per la condanna in primo grado di Amanda e Raffaele a 28 e 25 anni di carcere: il coltello trovato a casa di Sollecito, considerato l'arma del delitto, dove per l'accusa c'era il Dna sia di Amanda che di Meredith, e il gancetto del reggiseno della ragazza uccisa, sul quale la Procura sosteneva ci fosse il Dna di Sollecito.

Ebbene, la sentenza che nel 2015 assolse la coppia Knox-Sollecito demolisce il lavoro svolto dalla polizia. A partire dai rilievi sulla scena del crimine, quando il gancetto, il famoso reperto 165/b, venne lasciato sul pavimento per 46 giorni, «il gancetto fu forse calpestato o comunque spostato», e «all'atto della repertazione il gancetto veniva spostato di mano in mano dagli operanti che peraltro indossavano guanti di lattice sporchi».

Mentre sul coltello trovato a casa di Raffaele si scelse di «consumare» le tracce biologiche trovate sulla lama rendendo impossibile accertare se il Dna di Meredith fosse davvero sangue: una risposta che «avrebbe consegnato al processo un dato di formidabile rilievo probatorio, certificando incontrovertibilmente l'utilizzo dell'arma per la consumazione dell'omicidio».

LF

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica