da Roma
Giuliano Amato prima snocciola (con soddisfazione) i dati sugli incidenti negli stadi, poi rivede i fatti di Roma e Manchester senza sminuire le responsabilità della polizia italiana, ma anche rispondendo per le rime alle accuse inglesi. Loccasione è la firma del protocollo dintesa tra Viminale, Coni e Figc sullintroduzione degli steward negli stadi.
Esaminando, dunque, i dati degli incontri di calcio dal 10 febbraio al 6 aprile 2007 comparati con lo stesso periodo del precedente campionato, si scopre infatti che gli incontri con feriti sono passati da 37 a 6 (-83,7%); i feriti tra le forze dell'ordine da 58 a 4 (-93%); i feriti tra i civili sono passati da 24 a 7 (-70,8%); gli arrestati da 47 a 18 (-61,7%); i denunciati da 154 a 52 (-66,2%). Ciò, ha osservato Amato, «ha consentito un leggero calo nell'impiego delle forze di polizia, passate da 26.717 a 25.331, mentre il numero delle unità di rinforzo inviate è passato da 21.125 a 17.856».
Poi, i fatti dellOlimpico prima e durante Roma-Manchester. «Non c'è dubbio che forse un poliziotto ha ecceduto usando il manganello contro un tifoso a terra, ma giudicare la polizia italiana solo da quell'immagine è deformante». «La televisione - ha spiegato Amato - ha concentrato l'attenzione sugli spalti, su una singola immagine, ma le cose più gravi sono accadute fuori dall'Olimpico, dove i feriti non sono stati causati dalla polizia, ma da accoltellamenti».
E infine il punto sugli scontri di martedì sera nei pressi di Old Trafford. «Mi spiace per gli italiani che si sono fatti fermare a Manchester, così come il collega inglese dovrebbe esserlo per gli inglesi ubriachi a Roma. Questo accade se si vedono queste vicende all'insegna del Dio stramaledica gli inglesi oppure Dio stramaledica gli italiani: cerchiamo di vedere da ambedue le parti vizi e virtù.
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