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Amazzonia: diminuiscono gli alberi, cresce la malaria

Uno studio mette in relazione la deforestazione con la diffusione della zanzara anophele darlingi, responsabile del contagio

Più si tagliano gli alberi, più si diffonde la malaria. La deforestazione nelle foreste tropicali brasiliane ha fatto aumentare di quasi il 50 per cento l'incidenza della malaria nelle zone circostanti. Un rapporto di ricercatori statunitensi sul ritmo della deforestazione nelle foreste amazzoniche brasiliane ha analizzato i dati sulla frequenza dei casi di malaria in 54 distretti sanitari brasiliani, combinandoli con le immagini ad alta definizione dei satelliti della Nasa, l'ente spaziale statunitense. «La deforestazione è uno dei fattori ambientali iniziali che possono innescare un focolaio di malaria», ha spiegato Sarah Olson, del Nelson Institute Center for Sustainability and the Global Environment, che ha coordinato il lavoro dei ricercatori.
Il rapporto, pubblicato sul giornale on line dell'Emerging Infectious Diseases, ottolinea la stretta relazione tra i cambiamenti nell'assetto della foresta e il peggioramento della salute della popolazione. Le vaste aree deforestate creano le ondizioni ideali per la crescita della zanzara anophele darlingi, il principale vettore di trasmissione del parassita della malaria che si nutre del sangue delle persone infettate.

«Le aree deforestate, con maggiori spazi aperti e piccole pozze d'acqua illuminata, sono l'habitat ideale per questa zanzara».

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