I nomi eclatanti, alla fine, rimarranno una boutade. Se come l’anno scorso il criterio sarà la maggioranza assoluta, è impensabile che i capigruppo comunali che tra il 3 e l’8 novembre si riuniranno nella «Commissione Ambrogini d’oro» per decidere i premiati del 2008, votino compatti candidature come quella di Spike Lee (proposto da An) o Joerg Haider (dalla Lega). Ecco perché, già Maurizio Baruffi dei Verdi e Davide Corritore del Pd hanno lasciato cadere la candidatura-provocazione di Angela Merkel («il suo piano finanziario ha salvato il Comune sui derivati», avevano detto). Gli altri restano comunque nella lista delle proposte, che si chiude oggi, ma difficilmente persino i sostenitori ne faranno una battaglia. Destinate a far discutere invece le «nomination» di Enzo Biagi alla memoria e dell’autore di «Gomorra» Roberto Saviano.
L’anno scorso quella per il giornalista arrivò fuori tempo massimo, e il sindaco Letizia Moratti assicurò: «Lo ricorderemo nel 2008». Promessa che ora il Pd vuole mantenuta, anche se Forza Italia non è propensa a votare sì. Il nome di Biagi, fanno presente, è già tra quelli che verranno iscritti al Famedio il prossimo 2 novembre, almeno la Civica benemerenza alla memoria può aspettare. Per Saviano, candidato da Enrico Fedreghini dei Verdi, la bocciatura arriva anche da parte della sua opposizione: il capogruppo della Lista Fo, Basilio Rizzo, è solidale allo scrittore minacciato dalla Camorra, ma non per questo «gli va assegnato l’Ambrogino. Piuttosto la cittadinanza onoraria, ma vorrei che si tornasse a recuperare la milanesità delle civiche benemerenze». Anche An sostiene che «Saviano avrebbe poco a che fare con la città». Rizzo candida invece la cassiera dell’Esselunga di viale Papiniano che mesi fa denunciò di non essere stata autorizzata ad andare in bagno, tanto che fu costretta a farsela addosso. Francesco Rizzati dei Comunisti italiani propone invece le Mamme del Leoncavallo, Gaspare Jean (amministratore straordinario di Niguarda ai tempi di Tangentopoli), e la stella dell’Inter Zlatan Ibrahimovic: «Ha mamma rom, papà bosniaco, vive in Svezia e gioca a Milano, più internazionale di così. Sarebbe un bel segnale di integrazione». Il verde Baruffi fa il nome dell’avvocato matrimonialista Cesare Rimini, il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino quello del cantastorie contestatore Franco Trincale e di Romeo Priotti, il ferrotranviere milanese che la scorsa estate ha perso la vita da eroe: si è tuffato in mare per salvare due bimbi ed è stato poi stroncato da un infarto. Fi, assicura il capogruppo Giulio Gallera, eviterà «candidature di facciata per premiare invece associazioni, sacerdoti di quartiere, persone semplici che hanno fatto grande la città».
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