In teatro saranno i soliti 1800, urlanti e acclamanti verso i loro beniamini, ormai sempre più assottigliati di numero e alla fine della maratona. «Amici», il talent show di Canale 5 è alle battute finali, domani sera, alle 21 penultimo appuntamento prima della finale a quattro del 25 marzo. C'è spazio dunque per due eliminazioni ancora e tutto fa credere che siano equamente ripartite una per squadra. E anche una per puntata. Domani ci sono i blu in leggera pole position, vuoi per quel minimo margine di vantaggio conquistato nel pomeridiano di domenica che consentirà loro di partire per primi nella prova staffetta del serale, vuoi perché la bravura dei tre sembra conclamata anche a livello di voti ora che la commissione, da domenica scorsa, è stata obbligata a esprimersi con voti su doppia lavagna: prestazione artistica generale e esibizione specifica.
Domani conta il pubblico, domani si decide da casa e il popolo blu, amareggiato da due gare in cui ha perso Adriano e Martina, beniamini accreditati di simpatia e bravura ha voglia di vedere un bianco fuori dalla porta. Prima però occorre vincere e questo è lo scoglio maggiore. La De Filippi, come ormai da copione, lascerà ampio margine a un dibattito che non ha nulla da dire ma fa audience. La commissione infatti è schierata, inutile negarlo, e ad ogni pretesto mette in scena i soliti siparietti: Jurman contro Di Michele, la Celentano contro Garrison e Maura, con Steve a riequilibrare, cauto e misurato, le sbroffonate dell'americano e di madame hip hop. Con la mina vagante di Platinette, pronta a tifare bianco e sparagnina verso i blu.
A ciò si aggiungono le solite lagnose polemiche di Luca il Bianco, ma Jurman non ne può più e a casa pure, possibile che non se ne accorga nessuno? Mentre Alice bionda e bianca, tutta in nouance, guarda languida e stregata il suo principe azzurro e Mario sembra, ogni puntata sempre di più, il ragazzino perfetto con la cartella pulita al quale a scuola rubavamo la merenda.... Tra i blu il polemista è Valerio, la voce più accreditata, che, oltre all'intonazione, sa fare dell'ironia un'arma elegante quanto pungente e micidiale, spesso incompresa da mister Garrison che replica prendendo lucciole per lanterne. Alessandra non si sottrae allo scambio di idee ma è più misurata, insiste poi smette, la sa lunga. E dà il meglio di sè nelle imitazioni dal videobox durante la settimana. Pedro invece è il più furbo del gruppo, ha capito i suoi veri limiti, l'italiano, e parla poco, accetta tutto ma, quando replica, trafigge.
E mentre in studio trionfa il bla bla bla, a casa si vota. L'ultima volta i blu avevano in mano la carta per inibire l'ultima sfida agli avversari. Hanno rifiutato di esercitarla in polemica con i voti a capocchia della commissione. È finita che hanno perso e Martina, la «piccola Mina» è uscita anzitempo. Ma quel che è peggio è la dinamica: su 11 insegnanti l'hanno salvata in cinque contro sei e quei cinque erano coloro con i quali si è scontrata nell'ultima sera e nei giorni precedente. Parole pungenti, il rifiuto delle «proprie» prof e poi l'inatteso quanto improvviso «volemose 'bbene» su scheda. A ripianare tutto. Pietoso.
Da qui i suggerimenti per Maria De Filippi, perfetta padrona di casa: possibile che ogni puntata ci si parli addosso per dirsi sempre le stesse cose, tra docenti privi di coerenza in nome di un tifo che non dovrebbero fare, ma lasciare agli spettatori da casa e in studio? E soprattutto: è proprio necessario che nel pomeridiano domenicale debbano intervenire sempre gli stessi volti presi tra il pubblico e per di più sempre i più maleducati e inutilmente aggressivi nei confronti dei ragazzi? È troppo chiedere maggior civiltà a giovani e donne (ma gli uomini mai?) invece che interventi in cui si avvelenati spettatori coprono di contumelie il malcapitato di turno (domenica Valerio, la settimana prima Martina e via elencando)? Quesiti che forse troveranno risposta nella prossima edizione di «Amici» e che ci costringeranno a sopportare le insolenze di personaggi di nulla caratura, ancora per due settimane. Possiamo resistere. Poi, Maria, libera nos a malo...
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