Gino Amisano è un grand'uomo. Ha lavorato una lunghissima vita coniugando capacità e fortuna.
Piemontese puro sangue, con l'occhio alto sull'Appennino alla ricerca del mare.
La provincia di Alessandria è stato il fertile terreno per le sue attività, ma la Liguria il traguardo finale della sua settimana di lavoro. I ricordi più belli dei tempi andati hanno Genova come sfondo.
Genovesi sono i personaggi dell'imprenditoria, dello sport, dello spettacolo con cui ha condiviso le amicizie e le giornate da ricordare.
Ora anziano, Gino Amisano, malandato per gli acciacchi, ma lucido nelle sue scelte, ha voluto essere generoso nel condividere le esigenze del Gaslini.
La sua iniziativa ha trovato gli Alessandrini solidali; autorità, amici, sconosciuti gli sono stati vicino, felici come lui. E lui ride perché, escluse le persone direttamente interessate alla donazione, i Genovesi si sono defilati, quasi volessero ignorare, far finta di non sapere, intimiditi che qualcuno presentasse loro un qualche conto della solidarietà.
Allora ho spiegato allo zio che Genova è sempre stata in lotta per guadagnarsi una lingua di terra, un pozzo d'acqua, un raggio di sole sui carrugi, schiacciata a destra dalla montagna e a sinistra dal mare. Gli ho spiegato che Genova non è più superba, è solo un po arida.
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