Amiu ha due autolavaggi e fa pulire i mezzi dai privati

Gli autolavaggi interni all’azienda ci sono, i dipendenti a disposizione pure, ma Amiu affida a ditte esterne il lavaggio giornaliero delle macchine spazzatrici, una ventina di mezzi in tutto. La novità non è sfuggita né ai lavoratori, né tantomeno ai sindacati, che hanno immediatamente chiesto un incontro al direttore generale dell’Amiu. Era il 23 novembre e non hanno ancora avuto risposta. I temi caldi dell’incontro, peraltro, dovevano essere due.
Il secondo, non meno importante, è la gratifica straordinaria concessa a una decina di dirigenti, si parla di circa 12 mila euro a testa, un totale di 120mila euro. «In tempi di crisi, come quelli a cui tutti dobbiamo sottostare ci è sembrato quantomeno strano tale riconoscimento, anche perché se si tratta di premiare il raggiungimento degli obiettivi non capiamo perché i relativi reparti e i lavoratori stessi non ne siano stati beneficiati - dice Fabio Mazza, segretario regionale della Federazione Igiene Ambientale dell’Ugl - Anche il fatto che il direttore generale non ci abbia nemmeno risposto non ci fa piacere e danneggia i rapporti con i lavoratori».
I «lauti compensi extracontrattuali» ai dirigenti fanno discutere anche se farebbero parte di un integrativo relativo al 2010. Ma il problema del lavaggio delle macchine spazzatrici fuori dall’ambito aziendale, con un costo aggiuntivo sui bilanci dell’azienda secondo i rappresentanti sindacali dell’Ugl deve ancora essere ben chiarita. «Troviamo che sia una scelta anomala, visto che ci sono due autolavaggi aziendali, uno a Sestri Ponente e uno a Volpara» spiega il segretario territoriale Ugl per l’Igiene Ambientale, Lino Basile, che ha scritto la lettera chiedendo un incontro alla direzione generale. L’Amiu infatti è dotata di lavaggi aziendali con riciclo delle acque sporche e tutela all’ambiente.

«Perché affidare il lavaggio a ditte esterne? E quanto costa? - si chiede Fabio Mazza - Si parla di 50 euro a mezzo per venti mezzi ogni giorno, mille euro dunque, vorremmo sapere se ciò corrisponde al vero... sarebbe uno spreco assurdo».

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