Netamiaou

Condividiamo tutto. Anche fare del martirio una moda. Anche trasformare le tragedie in show. Persino capovolgere il messaggio politico in un trend sui social

Screen storia Instagram di Selvaggia Lucarelli
Screen storia Instagram di Selvaggia Lucarelli
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Difficile descrivere a parole miao miao l'emozione che abbiamo provato ieri quando abbiamo letto la notizia che l'influencer Selvaggia Lucarelli e il suo compagno hanno adottato una micina malata trovata per strada a Sorisole, terra grama di prealpi, santi, bestemmie e osei. E soprattutto, gesto che ha commosso il web, l'hanno chiamata «Gaza». «Hamas» in effetti non suonava bene. Ed è bello che per annunciare la cosa abbiano fatto un post su Instagram. Andato benissimo peraltro: gli algoritmi premiamo sempre i gattini e i personaggi dei talent. E ancora di più i gattini dei personaggi dei talent.

Comunque noi - che amiamo gli animali e che proprio nei giorni scorsi abbiamo adottato un Pastore Bergamasco subito ribattezzato «Bibi» - non possiamo che abbracciare idealmente l'influencer Selvaggia (possiamo chiamarti Selvaggia?) e il suo compagno food blogger (possiamo chiamarti food blogger?) perché siamo convinti che chi salva una vita salva il mondo intero.

Bravi! Del resto, come non condividere la scelta della famiglia Lucarelli? O quella del sito del Corriere della sera che ha rilanciato la notizia? E quella della Rai che l'ha esibita in prima serata? Il famoso potere al pop.

Condividiamo tutto. Anche fare del martirio una moda.

Anche trasformare le tragedie in show. Persino capovolgere il messaggio politico in un trend sui social.

E sì: pensando al futuro della gattina a casa Lucarelli anche noi col cuore rotto dalla commozione siamo pronti a gridare «Gaza libera».

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