L'impegno della leader Fdi: "L'immigrazione irregolare si può governare e battere"

La premier all'evento per i 160 anni della Guardia costiera. Il caos Libia e gli sbarchi

L'impegno della leader Fdi: "L'immigrazione irregolare si può governare e battere"
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Meno partenze, meno morti. "Combatteremo con ogni mezzo l'immigrazione clandestina, il fenomeno può essere governato con un paradigma nuovo, oltre ogni approccio ideologico, che mette al primo posto la legalità". Dietro un semplice ragionamento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni c'è tutto l'impegno di Palazzo Chigi a combattere il traffico di migranti, considerata "l'attività criminale tra le più redditizie al mondo" ma anche una "intollerabile forma moderna di schiavitù". "La missione fondamentale della Guardia costiera è la tutela del mare, ma anche combattere le tante forme di illegalità", sottolinea davanti ai partecipanti al Coast Guard Global Summit 2025. Al centro congressi La Nuvola di Roma, in occasione dei 160 anni dalla fondazione del Corpo, il premier ha ribadito la sua volontà di agire, non di rassegnarsi, per cercare di immaginare "soluzioni innovative" come i Paesi sicuri, gli hotspot extra Ue e la stretta sul diritto d'asilo che ormai hanno fatto breccia in Europa, tanto da essere gli elementi fondanti del Piano asilo e migrazione Ue in vigore dal giugno del 2026 (o forse prima). Questa missione sarebbe impossibile "senza le competenze e la professionalità delle nostre guardie costiere, che sanno distinguersi sia nell'attività di ricerca e soccorso in mare che nelle azioni di prevenzione e contrasto dei flussi irregolari".

Ma prima bisogna rafforzare il quadro giuridico europeo e le sentenze creative che ostacolano l'esecuzione delle espulsioni, con l'opposizione che chiede persino di liberare i clandestini nei Cpr italiani e in Albania, criminali tra i più pericolosi. "L'Europa segue la linea del governo Meloni in materia migratoria, più rimpatri e sanzioni per trafficanti di esseri umani come ha ribadito il presidente della Commissione Ue Ursula von Der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione al Parlamento europeo", sottolinea la responsabile Immigrazione Fdi Sara Kelany. Dietro l'immigrazione irregolare ci sono le mafie nostrane e quelle straniere, vedi il blitz a Viterbo con i due turchi armati fino ai denti legati alla mafia ottomana di Baris Boyun, sotto processo a Milano.

Sui numeri degli sbarchi, appena superiori all'anno scorso ma in picchiata rispetto agli anni precedenti, l'opposizione si arrampica sugli specchi. Nel 2022 i clandestini erano 105mila, nel 2023 sono saliti a 157mila. Nella tratta del Mediterraneo al 15 agosto i morti erano meno di mille, dal 2014 al 2023 sono stati 28.320. Nei primi 8 mesi i migranti arrivati in Italia sono lievemente aumentati: da 44.496 a 47.313, ossia 2.817 in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Ma le impennate di questi giorni - vedi i barchini arrivati a Lampedusa con 753 clandestini di domenica e i 1.251 del giorno prima - dopo un'estate sostanzialmente tranquilla nonostante un mare piatto o quasi hanno dinamiche tutte interne alle guerre intestine in Libia (da cui arrivano il 90% delle navi) tra i mercenari interessati al traffico di migranti nel braccio di mare al confine con la Tunisia, le milizie governative del premier Abdul Hamid Dbeibah e l'esercito Rada guidato dal criminale di guerra Almasri (liberato dai giudici per un cavillo ed espulso dall'Italia) che controlla l'aeroporto e il carcere di Mitiga, alleato del leader di Bengasi ostile all'Italia Saddam Haftar. Ieri altri ventisette migranti, soccorsi dalla Ong Sea Punk 1, sono sbarcati a Lampedusa: originari di Burkina Faso, Eritrea, Ghana, Sudan, Somalia e Nigeria e partiti - ancora una volta - su un gommone da Gasr Gaboulli, in Libia.

Il dramma migratorio ha ricadute sulla sicurezza e sulla tenuta sociale: "Più del 35% dei reati sono commessi da stranieri, prevalentemente irregolari", ricorda ancora la Kelany.

Senza contare le polemiche per il richiedente asilo maliano ospite di una Onlus accusato di aver violentato la 18enne vittima di stupro tra il 30 e 31 agosto scorso alla Stazione di San Zenone al Lambro, ma anche l'allarme jihad e il rischio proselitismo per i baby maranza, italiani di terza generazione a rischio esclusione sociale che sognano il martirio e si abbeverano sui social a costruire bombe. Questioni figlie di una immigrazione incontrollata e di un'integrazione ormai impossibile.

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