Amministrative, la Rai: niente stop ai talk show nella campagna elettorale

Approvato in Vigilanza Rai il regolamento sulla comunicazione politica in vista delle amministrative di metà maggio: "Garantire imparzialità, pluralismo e completezza". Contrario solo il radicale Beltrandi

Amministrative, la Rai: 
niente stop ai talk show 
nella campagna elettorale

Roma - Approvato in Vigilanza Rai il regolamento sull’informazione e la comunicazione politica in vista delle amministrative di metà maggio. E' passato col solo voto contrario del radicale Marco Beltrandi. La mediazione del presidente Sergio Zavoli tra maggioranza e opposizione ha ricucito lo strappo dovuto soprattutto al paventato stop dei talk show.

Il regolamento per i talk show Si è giunti a una riformulazione dell’articolo 8 che salvaguarda l’autonomia editoriale dei talk show: liberi dall’obbligo di dover ospitare tutti i numerosi candidati coinvolti nelle elezioni, dovranno garantire "imparzialità, pluralismo e completezza". Solo in nome di questi criteri il Pdl ha accettato di ritirare i propri emendamenti. I direttori responsabili dei programmi di approfondimento, nonchè i loro conduttori e registi osserveranno, dunque, "in maniera particolarmente rigorosa ogni cautela - recita il nuovo articolo 8 - atta ad evitare che si determinino situazioni di vantaggio per determinate forze politiche o determinati competitori elettorali".

La linea del Pdl "Di fronte alla dichiarazione di inammissibilità riferita ad alcuni nostri emendamenti al testo Zavoli, avevamo diverse strade tutte politicamente percorribili con successo", ha spiegato il capogruppo Pdl in Commissione di Vigilanza Rai, Alessio Butti, ricordando che il Pdl avrebbe potuto votare contro il regolamento, astenersi o far mancare, sine die, il numero legale della Commissione. "Sarebbe stata una risposta forte allo strisciante ostruzionismo che il centrosinistra ha posto in essere, presentando oltre cento emendamenti, al nostro atto di indirizzo dedicato al pluralismo dell’informazione - ha continuato Butti - ancora una volta, abbiamo scelto un’altra strada, quella della responsabilità, proponendo al relatore Zavoli una sostanziale modifica di quanto previsto all'articolo 8 della sua bozza, dedicato all’informazione, in cambio del ritiro dei nostri emendamenti, sulla cui inammissibilità peraltro non siamo d’accordo, come abbiamo argomentato con dovizia di particolari". Al Pdl è bastato "ribadire che anche gli approfondimenti in ’ambito nazionalè devono rispettare le regole imposte dal concetto del pluralismo, con tutto ciò che ne consegue". "Nessuno aveva mai ipotizzato la chiusura dei talk show, se non mentendo sapendo di mentire - ha continuato Butti - abbiamo svolto una mediazione di buon senso, riuscita con soddisfazione di entrambe le parti. Ora, su questa strada, occorre proseguire. Noi riteniamo che quattro mesi di dibattito in merito all’atto di indirizzo sul pluralismo da noi presentato in Commissione siano sufficienti e che almeno la metà degli emendamenti ostruzionistici presentati dal centrosinistra possano essere ritirati".

Secondo l'esponente del Pdl, "questo consentirebbe di completare rapidamente la fase delle votazioni degli emendamenti per giungere altrettanto rapidamente al voto finale di un testo che ha raccolto, strada facendo, diverse indicazioni del presidente e della minoranza".

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