Anastasia ancora non ci crede. Forse pensa sia tutto un gioco anche se non capisce bene perché. Se ne sta zitta zitta in braccio alla mamma, gli occhioni grandi nascosti dietro gli occhiali, ti guarda con la diffidenza di una bambina di otto anni, trema ancora un po per la paura. Mamma e papà lavevano appena messa a letto laltra notte, proprio sotto la finestra della camera dellhotel, dove fa più fresco. «Ma domani mattina entra luce di qui...» si sono preoccupati Lucia e Franco Lojacono, arrivati a Sharm el Sheikh da Palermo, con la loro bambina. Non sapevano che quella piccola preoccupazione, la luce negli occhi della piccola, senza volere le avrebbe salvato la vita. Hanno chiuso la tenda di plastica a doppio spessore, si è fatto improvvisamente tutto buio, se ne sono andati a letto, tranquilli, sicuri. «Ci eravamo appena addormentati quando verso l'una c'è stata lesplosione: i vetri si sono rotti, la prima cosa a cui abbiamo pensato è stata: è un terremoto...», racconta Lucia. Poi si sono girati di scatto verso la bimba. La tenda laveva protetta dalle schegge assassine, le aveva bloccate davanti alla finestra. Le verande sulla strada sono state letteralmente divelte dalle fondamenta. Anastasia ancora non ci crede.
A salvarla alla fine è stato un raggio di luce.
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