Ancelotti è già Special ne stende tre in una volta Mou, Ferguson e United

LondraÈ già Special. Lo hanno capito anche a Londra. Lo chiamino “Calm One” o “Special Two”, Carlo Ancelotti ha già vinto qualcosa, non solo il piatto della Community Shield: in un colpo solo ne ha fatti fuori tre: il fantasma di Mourinho, che nel 2005 fu l’ultimo a vincere questa supercoppa inglese con il Chelsea, Sir Alex Ferguson santone della panchina che teme pochi confronti, e il Manchester United. Piatto del buon ricordo in vista dell’inizio della Premier League. Successo ai rigori, un’altra chicca per il Chelsea. Sir Alex fa l’inchino al vincitore: «Dopo il pareggio il Chelsea ha giocato meglio di noi». Ma ha rinviato il brindisi al Lambrusco che Ancelotti gli propone ad ogni incontro: «Non abbiamo avuto tempo, ma ci saranno altre occasioni», ha spiegato Ferguson. Carletto, per Sir Alex, è un pacioso italiano sempre duro da digerire nei confronti sul campo.
Il Chelsea comincia già ad esser figlio del credo calcistico di Ancelotti: soffre, va in svantaggio, rischia di capitolare, ma sa reagire, rimontare e infine vincere. Gara non entusiasmante, ma di carattere ed esperienza. I Blues all’italiana inaugurano insomma la stagione nel migliore dei modi, con la vittoria nella Community Shield, superando il Manchester United ai calci di rigore. Una vittoria di prestigio ma non certo indicativa per stabilire il reale valore della nuova squadra di Ancelotti. Alla vigilia il tecnico italiano, in completo grigio e cravatta blue per il debutto, aveva spiegato di voler dare una nuova identità tattica alla sua squadra. A cominciare dal rombo di centrocampo, esperimento di quest’estate. Un modulo che almeno nel primo tempo di Wembley ha destato più dubbi che certezze. Così come la convivenza tra Drogba e Anelka: il destino dei Blues passerà anche dalla capacità dei due di giocare per la squadra e fare gol, ma per il momento l’intesa resta opaca e sporadica. Qualche amnesia anche in difesa anche se il ritorno di Carvalho, eletto il migliore in campo, è incoraggiante in prospettiva. «Sono molto felice, era una partita importante e difficile. Mi è piaciuta molto la mentalità e l'organizzazione della squadra, siamo pronti per cominciare una stagione importante. Ma ora godiamoci questo trofeo che ci dà fiducia e tranquillità».
Ad una settimana dall’inizio della Premier League accorrono in 85mila, compreso Capello, a Wembley per il preludio della stagione. Ancelotti si cautela con Ivanovic per Bosingwa, e preferisce Malouda a Ballack. Ferguson lascia il neo-acquisto Valencia in panchina, al suo posto Nani. Il primo guizzo della partita è del Chelsea: sull’angolo di Lampard, Ivanovic ci arriva in spaccata ma Evra è pronto a deviare sulla traversa. Subito dopo lo United passa in vantaggio. Nani, investito dell’eredità di Ronaldo, viene dimenticato dalla difesa del Chelsea, e dal limite può scaricare indisturbato in rete. Il Chelsea soffre sulle fasce e vacilla per le triangolazioni strette dello United. Ma gli uomini di Ferguson, complice un Cech para-tutto, non sanno approfittarne. A bordo campo, Ancelotti si sbraccia, chiede a Mikel maggiore pazienza e incoraggia Lampard. L’unica vera conclusione dei Blues è con Malouda che di sinistro manda fuori. La prima frazione si chiude con l’ennesima occasione dei Red Devils: diagonale velenoso di Fletcher, Cech si supera e devia in angolo. Il pareggio del Chelsea arriva quando Foster anticipa Drogba ma non libera, la palla finisce sulla testa di Carvalho che insacca. Il Chelsea prende coraggio e con Anelka punge. Controversa l’azione che assicura il momentaneo vantaggio ai Blues. Ballack atterra con una spallata Evra, il direttore di gara non vede. L'azione prosegue e in contropiede Lampard è cinico. Le due squadre appaiono stanche ma proprio nei minuti di recupero Rooney scappa sul filo del fuorigioco e infila Cech. Ai calci di rigore, che Ancelotti osserva quasi con distacco, i Blues sono impeccabili e alzano al cielo la quarta Supercoppa della loro storia.
«Lo United - commenta il tecnico emiliano - è partito meglio ma nella ripresa siamo cresciuti e abbiamo meritato di vincere.

Lo United resta il principale avversario in Premier League, sarà un campionato lungo e difficile». Ultima battuta per Pato: «È un grande giocatore ma il Milan punta molto su di lui dopo la partenza di Kakà. Non è vero che lo abbiamo cercato».

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