Politica

"Anche i farmaci di fascia C vanno venduti nei supermercati e nelle parafarmacie"

Da un'indagine Federconsumatori emergono i forti ribassi della spesa farmaceutica, grazie ai tre anni di liberalizzazione. Il presidente Trefiletti: «Chiediamo un incontro con il ministro per trovare nuove soluzioni che facciano risparmiare altri soldi alle famiglie italiane»

A tre anni dalle liberalizzazioni nel settore farmaceutico, che hanno consentito nuovi canali di distribuzione e innescato un po' di competizione, i prezzi dei farmaci finalmente hanno cominciato a scendere. Lo testimonia la seconda Indagine Nazionale sulla vendita dei farmaci da banco nelle farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata, realizzata dal C.R.E.E.F. - Centro Ricerche Economiche, Educazione e Formazione della Federconsumatori Nazionale.
L'indagine è stata effettuata monitorando il prezzo di 24 farmaci da banco di largo consumo in 11 Capoluoghi di Regione (o Provincia) presso 47 farmacie private, 18 farmacie comunali, 46 parafarmacie e 19 corner della salute della G.D.O., per un totale complessivo di 130 punti di vendita.
Dai risultati emerge che la spesa media più elevata la si registra nelle «farmacie» pari a 164,8 euro, a fronte di una spesa più contenuta, pari a 152,06 euro, nelle «parafarmacie», con un risparmio medio di 12 euro pari al -8,3%. Nei «corner della salute» presenti nella grande distribuzione, la spesa media del paniere è la più bassa fra i diversi segmenti di vendita, ed è pari a 146,18 euro, con un risparmio di circa 20 euro, cioè il -14,2% rispetto alla spesa più elevata.
Alla luce di tali risultati, la Federconsumatori ha chiesto ancora una volta di estendere la vendita dei farmaci di fascia C con obbligo di prescrizione ma non rimborsati dal S.S.N. anche all'interno delle «parafarmacie» e dei «corner», con risparmi ulteriori di 1 miliardo e 200 milioni di euro all'anno per le famiglie italiane.«Va ricordato, a tale proposito - ricorda Rosario Trefiletti, dirigente nazionale della Federconsumatori -, che in questi punti vendita un ruolo determinante è svolto dal farmacista, che offre servizi di consulenza e di informazione circa l'utilizzo e l'appropriatezza dei farmaci per la sicurezza dei cittadini consumatori».
Altra questione fondamentali è lo sviluppo ulteriore dei farmaci «equivalenti» con percentuali ancora basse in Italia rispetto agli altri paesi europei. L'uso dei farmaci equivalenti su larga scala permetterebbe risparmi di circa il 30 per cento rispetto al costo di quelli «griffati», pari ad oltre 400 milioni di euro all'anno. Federconsumatori riterrebbe inoltre necessario che si concretizzi il nuovo ruolo assegnato alle farmacie dalle nuove disposizioni legislative del governo, affinché queste ultime costituiscano dei veri e propri presidi sul territorio, attraverso la partecipazione all'assistenza domiciliare integrata, la possibilità di prenotazione di visite specialistiche e test di analisi per i cittadini (senza escludere tale possibilità anche per le parafarmacie e i corner nei supermercati).


Per questi motivi Federconsumatori ha chiesto con urgenza un incontro con il Vice Ministro della Salute Fazio, cui possano essere invitati tutti gli operatori dell'intera filiera del farmaco, nonché i rappresentanti dei lavoratori e le associazioni dei consumatori, per individuare soluzioni che mettano al centro il diritto alla salute e l'interesse dei cittadini.

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