A imbavagliare il sito del Giornale ci vuole davvero poco. È bastato un click. O meglio: una valanga di click per far sparire nel nulla della rete gli articoli, i commenti e le condivisioni. E ci sono riusciti. Impossibile stabilire chi, ieri pomeriggio, ha sortito l’attacco alla nostra pagina Facebook ,mail risultato è stato immediato: i post degli ultimi due giorni sono stati cancellati dal social network . Un duro colpo alla libertà di stampa che, oltre a offendere i lettori, va a colpire il pluralismo dell’informazione. Le prime avvisaglie sono arrivate in tarda mattinata. Un articolo sulla targa (non autorizzata) in ricordo di Carlo Giuliani viene rimosso da Facebook .
Non è possibile ricaricarlo. A chiunque ci provi, appare un pop up che avverte: «In questo messaggio sono presenti dei contenuti bloccati che sono già stati contrassegnati come offensivi o spam». Eppure non compaiono né insulti né commenti ostili. Non è il solo articolo che viene bannato. Sulla pagina di Facebook scompaiono, infatti, tutti i link degli ultimi due giorni. Impossibile trovare, per esempio,l’editoriale del direttore Alessandro Sallusti sull’esproprio della Cir ai danni della Mondadori.
Insieme agli articoli se ne vanno anche i commenti e i “mi piace” dei lettori: il dibattito viene così azzerato, imbavagliato, cancellato. Non solo. Nemmeno agli amministratori della nostra pagina è data la possibilità di ripristinare i vecchi link né di caricarne di nuovi. Si pensa subito a un attacco per imbavagliare il Giornale , e impedire la condivisione degli articoli sul social network . I contenuti degli articoli non sono offensivi. Come non lo sono i commenti.
Mentre i lettori ci segnalano subito il problema, ai tecnici appare chiaro che la pagina del Giornale è stata presa di mira proprio per far sì che ne vengano cancellati i contenuti. Va subito detto che, in tutta questa bagarre, Facebook non c’entra niente.Il social network segue semplici logiche di sistema. Ogni pagina ha un pulsante per segnalare eventuali infrazioni (insulti, calunnie, immagini di nudo o contenuti offensivi) dei termini di servizio. Quando i contenuti vengono segnalati da troppe persone, le «macchine» del social network rispondono in automatico bloccando il dominio e la sua diffusione. Due giorni fa era successo al sito del Fatto Quotidiano , ieri è toccato anche al quotidiano di via Negri. «Non abbiamo mai ricevuto alcuna segnalazione di mal funzionamento – spiegano dal quartier generale di Facebook – tuttavia, navigando in rete abbiamo notato il problema che presentava la pagina del Giornale e siamo intervenuti subito per risolverlo ».
Per ripristinare le funzioni della pagina, vengono subito coinvolti i lettori. Nello loro mani è infatti la possibilità di riportare in funzione i link . Al social network servono, infatti, numerose segnalazioni positive da parte degli utenti. In molti ci comunicano solidarietà. «Non accetto di veder sparire i vostri articoli – spiega Max – perché il sale della democrazia è la libertà di informazione, del confronto, del dialogo. E non delle censure, quelle sono roba di altri tempi». Gli fa eco Oracolo : «Ogni forma di bavaglio è assolutamente riprovevole e deve essere censurata, oltre che combattuta concretamente ». Alcuni non credono che i problemi derivino dalle segnalazioni, ma azzardano l’ipotesi di un vero e proprio attacco hacker .
Si apre il dibattito, questa volta sul sito del Giornale . C’è chi difende e chi accusa. Ma tutti i lettori sono fermamente convinti che la libertà di espressione vada sempre difesa. Ma al momento qualcuno ha spento la voce del Giornale su Facebook- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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