Anche le impronte digitali per gli stranieri che entrano in Europa

La Commissione di Bruxelles esamina oggi le nuove misure per la sicurezza alle frontiere. Tra le proposte passaporti biometrici e schedature degli ingressi

Anche le impronte digitali per gli stranieri  che entrano in Europa

da Roma

Elettronica, identità biometriche, visti con scadenze. Queste le risposte messe a punto dal vicepresidente della Ue Franco Frattini all’interrogativo sollevato a dicembre da capi di Stato e di governo («Come garantire maggiormente lo spazio di libera circolazione tra gli europei e, al contempo, proibirlo più efficacemente ai clandestini») e inserite in un pacchetto che questa mattina passa al vaglio del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e dei suoi commissari.
Progetto ambizioso e costoso. Ma sui tavoli degli uffici di Frattini, numero due e responsabile di Giustizia, Libertà e Sicurezza dei 27, è in arrivo un pacco di soldi: più esattamente 1 miliardo e 700 milioni di euro per cercare di garantire meglio l’Europa in tema di libertà di spostamento per i suoi cittadini e per tentare una buona volta di frenare - tutti assieme - lo stillicidio degli ingressi clandestini che rischia, col tempo, di divenire una vera e propria bomba ad orologeria.
Frattini e i suoi hanno deciso di puntare decisamente sull’elettronica: entro il primo semestre del 2009 (sotto presidenza ceka), si punta all’obbligo di visto degli extraeuropei su passaporti con identificazione biometrica. Chi entra in uno Stato della Ue da un Paese terzo avrà bisogno di documenti e visti autentici con data di scadenza a tre mesi. È tra costoro infatti - a quanto fanno sapere da Bruxelles - che si annida la maggior parte di clandestini oggi sul territorio europeo. Non sono gli sbarchi di natanti a Lampedusa o alle Canarie (oggi diminuiti rispetto allo scorso anno rispettivamente del 70 e del 30%) a ingrossare le fila dei sans papiers, ma proprio chi entra per motivi turistici, con visto spesso falso, e poi sparisce nel nulla. Obbligarli ad avere passaporto elettronico con visto di ingresso e scadenza (collegando tutte le frontiere con le polizie nazionali) permetterà una efficace gestione del fenomeno.
E non è tutto: una volta identificati come non in regola coi visti o coi tempi di soggiorno concessi, i clandestini verranno espulsi non dai singoli Stati in cui soggiornavano, ma dall’autorità europea, visto che avranno fatto ingresso non in uno Stato, ma nella Ue di Schengen. E ancora non è finita: al di là del raddoppio dei fondi per Frontex (agenzia incaricata dei controlli alle frontiere con sede a Varsavia, ma di cui è in corso d’opera una sussidiaria alla Canarie, mentre una seconda avrà sede o in Sicilia o a Malta), Frattini ha deciso di mettere in piedi un sistema congiunto di controlli in tutto il Mediterraneo, dove capitanerie di porto, marine militari e aviazioni operavano fino a ieri ognuna per suo conto.
Diversi Paesi saranno così incaricati ciascuno di controllare uno spazio di mare più ristretto, passandosi avvistamenti e informazioni. Un coordinamento che permetterà agli Stati di risparmiare sui costi e di concentrarsi in alcune zone con maggiore attenzione.
Libertà di circolazione, infine. Per annullare o almeno per ridurre le file dei milioni di europei nei controlli aereoportuali, Frattini ha deciso di investire decisamente nei passaporti biometrici e in una novità di non poco rilievo. In 4 aeroporti europei (Heathrow-Londra, Parigi-Charles de Gaulle, Amsterdam e Francoforte) sono da qualche giorno in funzione stanzoni dove i passeggeri, volontariamente, possono «registrare» le proprie iridi e i polpastrelli delle dieci dita. Obiettivo è arrivare entro il 2015 a un sistema (collegato) tra porti, aeroporti e confini terrestri tutto dotato di simili apparecchiature per cui il viaggiatore - per entrare o uscire dai posti di blocco - si limiterà a mettere il viso in una sorta di cannocchiale e a pigiare le proprie dita su un apposito spazio, senza dover essere ogni volta perquisito o costretto a mostrare il proprio computer o a levarsi le scarpe. Pare che la sperimentazione sia stata chiesta anche a Fiumicino: ma in risposta si sarebbe avuto un increscioso «no», anche se Frattini e i suoi preferiscono non parlare dell’argomento.
Comunque sia, la richiesta di provvedimenti urgenti era del Consiglio, in particolare del presidente francese Nicolas Sarkozy e della cancelliera tedesca Angela Merkel; il Parlamento di Strasburgo - analizzato il tema - ha già dato il via libera. Ora si concreta l’ipotesi di lavoro della Commissione, condita con un non indifferente aiuto finanziario.

Non ci dovrebbero esser problemi, anche se qualcuno teme che un addio prematuro di Frattini da Bruxelles possa comportare ritardi. Ma lui smentisce: «Dopo la riunione di domani (oggi per chi legge, ndr) manca solo l’ok formale dei ministri degli Interni, convocati in Slovenia dalla presidenza il 12 marzo. Ce la faremo», assicura.

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