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Anche un italiano tra le vittime dell’aereo caduto in Venezuela

Davide Scaglioni era originario di Aosta e viveva da dieci anni in Martinica

Alberto Toscano

da Parigi

C'è anche un cittadino italiano tra le vittime del disastro aereo in Venezuela. Lo precisa la Farnesina, secondo cui «nella lista dei passeggeri che si sono imbarcati» sull'MD82 della compagnia West Caribbean, schiantatosi al suolo in una zona impervia del Venezuela settentrionale, figura il nome di «un connazionale residente da tempo in Martinica». Si chiamava Davide Scaglioni ed era residente da dieci anni nelle Piccole Antille francesi. Davide Scaglioni era originario di Aosta, dove risiede attualmente una sua anziana zia.
Intanto François Baroin, giovane ministro dei Territori d'Oltremare, è giunto da Parigi alla Martinica per esprimere il cordoglio del governo alle famiglie delle vittime della sciagura aerea di martedì, quando un charter colombiano - con a bordo 152 passeggeri e otto persone dell'equipaggio - si è schiantato al suolo per ragioni ancora misteriose. Baroin ha partecipato ieri alla cerimonia religiosa interconfessionale svoltasi a Fort de France, capoluogo della Martinica. Mai nella storia dell'aviazione civile un disastro aereo aveva ucciso tanti francesi: tutti i passeggeri, tranne Scaglioni, avevano un passaporto di tale nazionalità.
L'inchiesta è in difficoltà. Si sa che il pilota ha chiesto di poter effettuare un atterraggio d'emergenza nel nord del Venezuela e ha per questa ragione abbandonato la propria rotta. Il suo problema era il blocco di uno dei due motori. Poi, però, si è fermato anche l'altro e allora non c'è stato nulla da fare.
Come spiegare una simile circostanza? Gli esperti francesi del Bea (Bureau enquêtes accidents), divenuti celebri per la loro accurata indagine sul Concorde schiantatosi cinque anni fa presso Parigi, propenderebbero per un problema relativo al carburante. Continua a essere formulata un'ipotesi che ha dell'incredibile: la quantità di cherosene imbarcata nei serbatoi del velivolo, alla sua partenza da Panama, sarebbe stata insufficiente. Praticamente l'aereo sarebbe partito pieno di passeggeri (tutti vacanzieri di ritorno da un periodo di riposo a Panama), ma quasi senza carburante. Un'altra ipotesi, presa seriamente in considerazione, riguarda la cattiva qualità del carburante stesso.
Essendo davvero troppe le domande che restano in sospeso, non sorprende affatto la decisione della West Caribbean di lasciare a terra l'insieme della propria flotta in attesa di ulteriori controlli sui velivoli. Non è la prima volta che ciò accade quest'anno. In marzo un altro incidente, che causò la morte di otto persone (sei passeggeri e due membri dell'equipaggio), rese indispensabile un blocco dei voli. Uno stop forse troppo breve, visto che durò una sola settimana. Poi questa discussa compagnia latinoamericana riprese senza alcun problema la propria attività. Le autorità aeronautiche francesi, che hanno un proprio centro distaccato nelle Piccole Antille, ispezionarono a due riprese proprio il velivolo precipitato in Venezuela, constatandone l'idoneità al volo. E allora? Nuovo mistero.
Qualche polemica riguarda l'afflusso delle squadre incaricate di raccogliere i resti dei cadaveri e di cominciare le indagini.

I francesi sono perplessi circa l'atteggiamento delle autorità venezuelane, che forse potrebbero collaborare in modo più efficace con l'avvio di esperti verso l'area - non molto distante dalla città di Maracaibo - in cui è precipitato il velivolo.

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