Omar Sherif H. Rida
da Roma
Poteri di polizia giudiziaria per le forze armate. Non è uno slogan elettorale ma una delle novità di maggior rilievo presenti nel decreto sulla Pubblica amministrazione da ieri allesame della Camera (e contestato dallopposizione per linserimento, avvenuto in Senato, di un maxi-emendamento che di fatto riscrive la riforma del codice di procedura civile e fallimentare contenuta nel decreto sulla competitività, già approvato dal Parlamento meno di due mesi).
La norma, assente nel testo uscito dal Consiglio dei ministri e frutto di un emendamento del senatore di Fi, Alberto Zorzoli, approvato a Palazzo Madama, attribuisce allesercito funzioni simili a quelle assolte nel 1992 durante loperazione anti-mafia «Vespri siciliani»: i soldati potranno quindi compiere atti di polizia giudiziaria, identificare persone, perquisire mezzi di trasporto, farsi consegnare le armi, gli esplosivi, gli strumenti di effrazione eventualmente rinvenuti e prevenire comportamenti che possano minacciare la sicurezza o lincolumità fisica. Le perquisizioni dovranno essere comunicate entro 48 ore al Procuratore della Repubblica (che avrà altre 48 ore per convalidarle) «presso il tribunale del luogo in cui gli accertamenti vengono effettuati».
Misure che arrivano a pochi giorni dallapprovazione, da parte del governo, delle norme anti-terrorismo internazionale varate dal ministro dellInterno, Giuseppe Pisanu (espulsioni più rapide, fermo di polizia da 12 a 24 ore, prelievo del Dna, permessi di soggiorno agli immigrati per «motivi investigativi») e che seguono lindirizzo del «pacchetto sicurezza» approvato nel 2001 dopo l11 settembre e nel quale già si prevedeva lutilizzo delle Forze Armate per il controllo di obiettivi fissi, edifici istituzionali e di pubblico interesse.
Tra gli altri obbiettivi che il provvedimento allesame della Camera sembra prefiggersi cè poi quello di offrire a polizia e carabinieri un supporto nelle mansioni di controllo, recuperando così personale per il lavoro di intelligence.
«Si tratta di una proposta emendativa - spiega Zorzoli - presentata tempo fa a un altro provvedimento ma che non era passata, quindi non direttamente connessa allallarme terrorismo scattato dopo gli attentati di Londra e Sharm el Sheikh. Ora ci ho riprovato con questo decreto ed è andata bene. Con le norme attuali - questa la denuncia del senatore azzurro - se le forze armate fermano una macchina che, poniamo il caso, ha una bomba nel portabagagli, lordigno rischia di esplodere prima dellarrivo della polizia giudiziaria autorizzata alla perquisizione».
Del resto limpiego dellEsercito con funzioni di polizia nel nostro Paese può vantare già precedenti significativi: oltre alla «Vespri siciliani», è sufficiente ricordare linvio, sempre nel 1992, di 4.000 soldati in Sardegna per lesercitazione «Forza Paris» durante le fasi conclusive del sequestro del piccolo Farouk Kassam, e loperazione «Testuggine» (agosto 1993 - febbraio 1995) che prevedeva la sorveglianza da parte delle forze armate del confine italo-sloveno per prevenire gli ingressi irregolari in Italia.
Anche nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, il prefetto Vincenzo Parisi attribuì ai militari alcune funzioni di agenti di pubblica sicurezza proprio per incrementare il servizio di vigilanza antiterroristico. Una decisione motivata dallavvio farraginoso di quellesperienza: inizialmente infatti ad ogni pattuglia di militari dovettero affiancarsi un carabiniere o un agente di pubblica sicurezza, gli unici che nella loro veste di ufficiali di polizia giudiziaria potevano effettuare controlli sui cittadini.
Nel pomeriggio sono arrivate puntuali le critiche dellopposizione alla norma contenuta nel decreto sulla P.A. Secondo il vicepresidente della Commissione Giustizia, Paolo Cento, «eventuali poteri speciali allesercito non possono essere discussi in provvedimenti che riguardano tuttaltra materia.
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