Dietro Pistorius un mondo: quello degli atleti diversamente abili. Lo ha scoperto Annalisa Minetti, la cantante cieca che va in giro per concerti, tenendo nella sacca le scarpe da corsa e sta preparando il suo record sui 1500 metri. Lo ha raccontato con passione Giusy Versace, nome che fa moda, ma pronta ad infilare le stesse protesi che hanno reso famoso Oscar Pistorius e a correre i 100 metri. Destinazione Londra 2012 per tutte e due: ovvero le Paraolimpiadi. «Bastasse avere le protesi di Oscar per correre forte, sarei già una campionessa». Parole e sorriso di Giusy Versace, che un incidente ha reso senza gambe e oggi, a 35 anni, ha scoperto che correre è bello, gareggiare è meglio. «Così mi sento viva, non invalida, cè gioia».
Domenica allArena, il sudafricano di successo correrà i suoi 400 metri con gli atleti normodotati nella Notturna. Le due ragazze si lanceranno a caccia di un tempo che valga la qualificazione ai paralimpici di Londra. La Versace lo ha già ottenuto due volte, ma spera di essere prescelta. La Minetti si infilerà in una gara a tre sui 1500 metri. Dopo la malattia che le ha tolto la vista non ha mollato lo sport. Anzi, ha raddoppiato. Correva in bicicletta, poi il suo allenatore le ha consigliato latletica leggera. Pure lei ha 35 anni: studia musica, canta canzoni e tiene un crono nella testa. Ogni mattina alle sei si alza e va. Anche se si è messa a letto alle quattro, dopo un concerto. «Una volta», ha raccontato. «Ho corso una gara dopo una notte lunga. Bene, ho fatto uno dei miei tempi migliori». Non corre per dimenticare. Corre per conquistare ancora qualcosa. Corre per sognare una olimpiade a modo suo. Specialista degli 800 metri dove ha realizzato diversi record (anche un mondiale) della sua categoria, e pure dei 400 metri. Proverà ad ottenere il tempo minimo di qualificazione nei 1500 metri, perchè gli 800 non fanno parte del programma paralimpico.
Inserita nella categoria T11, accompagnata dalla guida che detta i passaggi e la corsia da tenere, Annalisa si allena tutti i giorni da ormai un anno e, ogni dieci giorni, se ne concede uno di riposo. A Milano ha fatto della pista del XXV aprile il suo anello magico. AllArena cercherà di andare sotto i 5 minuti: il suo personale è di 516.
Il figlio, Fabio, la accompagna ad allenarsi per darle lo start nelle prove ripetute. Si definisce un «animale da allenamento». Ha scoperto il valore terapeutico della pista: «Mi sento autosufficiente, mi dà dignità».
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