Anche il muro di Zanonato ora si sgretola

PadovaFra lo sceriffo e lo spadaccino sarà un ballottaggio all’ultimo voto, come è stata una sfida all’ultima scheda quella di ieri tra il sindaco in carica, Flavio Zanonato (Pd), e lo sfidante Marco Marin (Pdl), ex olimpionico di scherma ed ex assessore con Giustina Destro. Dall’inizio dello scrutinio i due sono stati sempre appaiati sopra quota 45 per cento e a tre quarti dello spoglio è impossibile prevedere chi dei due arriverà in testa al secondo turno fra due settimane. Lo scrutinio è lento per le numerose schede contestate.
Quella per il sindaco di Padova è una delle competizioni elettorali più attese di questo turno. Zanonato è al termine del terzo mandato e punta tutto sull’immagine di sindaco-sceriffo costruita in questi anni in cui ha murato e poi sgomberato le palazzine di via Anelli e ha combattuto la prostituzione a colpi di multe e ordinanze; ma i padovani (che cinque anni fa lo incoronarono al ballottaggio) non gli hanno riservato il plebiscito che Zanonato si attendeva, benché sia sostenuto da tutto il fronte del vecchio Ulivo, compresa Rifondazione. Al ballottaggio Marin potrà invece contare sull’appoggio già garantito dall’Udc.
Il voto a Padova non ha seguito il cliché filo-leghista prevalso in gran parte del Veneto. Alle Europee il primo partito in città è il Pdl (31,4 per cento), seguito dal Pd (27,2) con il Carroccio solo terzo (14,1).

La Lega è nettamente risalita alle elezioni provinciali dove ha quasi raddoppiato (25,4), contribuendo a fare eleggere al primo turno Barbara Degani che ha raccolto il 54,5 per cento contro il 29,8 del candidato del centrosinistra Antonio Albuzio (Italia dei valori).

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