Anche ostacolare Esselunga diventa un vizietto

RomaAltra città, non Modena ma la piccola Vignola, famosa per le ciliegie, stessi attori e stesso epilogo: una mezza beffa. Ancora l’Esselunga di Bernardo Caprotti, ancora la Coop Estense di Mario Zucchelli, dominus della grande distribuzione nella regione-feudo dell’ex Pci e delle società cooperative nate in seno al fu partito comunista. Dopo la denuncia pubblica degli intrecci tra politica e business in Emilia-Romagna e delle distorsioni del mercato tutte a danno di soggetti esterni alla galassia democratica, come nel caso del mai nato supermercato Esselunga a Modena, ecco un altro episodio dall’archivio del Cav. Caprotti.
Anche qui comincia con un interessamento di Esselunga verso un terreno considerato ideale per aprire un nuovo supermarket. A due passi dal castello di Vignola, un punto di passaggio perfetto per uno store Esselunga. Il patron si informa, e si scopre che il terreno individuato, suscettibile di trasformazione in terreno commerciale, è di proprietà di una società di Castelfranco Emilia, la Icea, una cooperativa edilizia. Niente di male, anche perché quel che veramente importa è la delibera del Comune di Vignola, in base alla quale proprio quel terreno era stato inserito tra le «aree strategiche» per lo sviluppo della città, in altre parole una «area con destinazione commerciale». Musica per le orecchie di Esselunga che subito propone alla Icea un’offerta versando una caparra di 5.234.000 euro.
Le cose sembrano procedere bene. Si attiva anche una procedura standard, chiamata «urbanistica contrattata», in base alla quale, per ottenere il via libera dal Comune, si offre una contropartita di sicuro interesse per l’istituzione locale, che tra gli altri obiettivi aveva quello di costruire un nuovo complesso scolastico. Parte quindi un «accordo di pianificazione» per cui ci si impegna a contribuire alla realizzazione della nuova scuola, parallelamente a quella del nuovo supermercato con superficie totale di 5mila mq. Tutto fila liscio, incredibilmente. La giunta comunale conferisce mandato al sindaco e al dirigente della Struttura di pianificazione territoriale di dare corso al suddetto accordo e il 31 marzo 2005 l’accordo viene definitivamente approvato dalla giunta stessa. A quel punto l’approvazione del Piano regolatore (l’atto da cui dipende tutto) viene messo all’ordine del giorno del successivo 8 aprile. È qui che interviene Coop Estense, per disgrazia di Caprotti.
Il giorno prima del fatidico 8 aprile, il sindaco di Vignola riceve una lettera. L’ha vergata 24 ore prima Mario Zucchelli, presidente di Coop Estense. Nella lettera il patron della super cooperativa emiliana lamenta l’insufficienza del punto vendita Coop a Vignola, e dichiara la propria disponibilità, a fronte di un equivalente impegno da parte del Comune, ad impegnarsi in iniziative di pubblica utilità. Un esempio? Guarda caso, la realizzazione di un nuovo edificio scolastico.
Arrivati alla seduta dell’8 aprile, la giunta comunale, invece di approvare il Piano regolatore, prende tempo e decide che la proposta di Coop Estense merita senz’altro un approfondimento, rinviando ogni decisione all’11 aprile. Il Comune valuta l’offerta di Coop Estense, quando la pratica di Esselunga era già praticamente chiusa, e cambia tutte la carte sul tavolo: l’11 aprile infatti il Consiglio delibera che la proposta avanzata da Coop Estense rappresenta «un fatto nuovo rispetto alla situazione che si era sviluppata inizialmente e maturata», e decide quindi di ritirare la precedente proposta di variante al Piano regolatore, affossando in un sol colpo il progetto Esselunga. Non solo, al danno si aggiunge la beffa, perché contemporaneamente, con due giorni di scarto, il vicino Comune di Spilamberto dà l’ok alla vendita di un terreno con destinazione commerciale a Coop Estense. Il venditore? La Icea, proprio la cooperativa che inizialmente aveva contrattato con Esselunga. Quindi la Coop Estense «stoppa» (certo, indirettamente e in modo del tutto regolare) l’iniziativa di Esselunga e ottiene il via libera per un nuovo centro a pochi km da lì. Una doppia beffa.

Nemmeno l’ultima, perché che fine fa il terreno di Vignola su cui aveva messo gli occhi Esselunga? Venduto alla fiduciaria di una banca. Sì, ma non una banca qualsiasi, la «rossa» Monte dei Paschi di Siena. Tutto in famiglia.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica