Anche il Pd vota il piano casa Moratti

L'ok da Palazzo Marino. Ecco dove e come sarà possibile aumentare le dimensioni delle proprie abitazioni. Via libera con voto bipartisan dopo una maratona di cinque ore. Salvaguardate le zone del centro e undici aree di particolare valore artistico

Anche il Pd vota il piano casa Moratti

Il consiglio comunale costretto agli straordinari ieri per approvare in tempo il piano casa in salsa meneghina, ovvero la delibera che recepisce la legge regionale 13 del 16 luglio 2009 meglio nota come Piano casa. Dopo cinque ore di approfondimenti, 13 emendamenti da esaminare e votare, la delibera presentata dall’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli è passata, alle 21 e con un giorno di anticipo sul tempo massimo, con 37 voti favorevoli di maggioranza e opposizione, 3 astenuti (Giuseppe Landonio Sinistra democratica, Valdimiro Merlin e Patrizia Quartieri del Prc) e un solo contrario (Francesco Rizzati, Pdci).
La legge regionale «azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia», infatti entrerà automaticamente in vigore alla scoccare della mezzanotte di oggi, con le deroghe e i vincoli però approvati dal consiglio comunale che riguardano quelle «parti del territorio sulle quali la legge non trova applicazione in ragione delle peculiarità storiche, paesaggistico ambientali e urbanistiche».
Cosa prevede questo famigerato Piano casa? Intanto una premessa: la legge nazionale, poi recepita dalla regione, nasce a marzo come risposta all’emergenza abitativa e per rilanciare il settore dell’edilizia in crisi. La legge lombarda, approvata dalla giunta regionale il 16 luglio, durerà 18 mesi e non sarà applicabile nelle aree naturali protette e nei centri storici. Sono anche previsti particolari requisiti per il risparmio energetico ovvero nel caso di ampliamento degli edifici è obbligatoria la riduzione certificata del 10% del consumo energetico, mentre nel caso di sostituzione di edifici, la norma stabilisce una riduzione del consumo energetico del 30% rispetto agli standard previsti in generale.
In pratica? Sarà possibile ampliare del 20% gli edifici residenziali mono e bifamiliari ultimati al 31 marzo 2005, che non superino i 1.200 metri cubi se, nei lavori di ampliamento sarà assicurato un risparmio energetico del 10%. Sarà anche lecito demolire e ricostruire edifici residenziali e produttivi, con un bonus volumetrico sino al 30% del volume preesistente e fino al 35% in presenza di adeguate dotazioni di verde. La legge permette anche recuperare e utilizzare a scopo residenziale volumetrie sottoutilizzate, abbandonate e con altra destinazione. La Lombardia permette anche di utilizzare le altezze esuberanti mediante la realizzazione di interpiani e soppalchi anche per le destinazioni diverse dalla residenza, ove ammesse dal Prg o Pgt.
Inclusi nel discorso anche i quartieri popolari che potranno così essere riqualificati molto più facilmente. La volontà del parlamentino milanese, su cui si è soffermata a lungo la discussione, stabilisce un premio volumetrico del 40% per edilizia residenziale e convenzionata a patto che l’intervento rimanga nello stesso quartiere. Ogni nuova costruzione a Milano consentita dal piano casa - ha assicurato l’assessore Masseroli - sarà comunque sottoposta al vaglio preliminare della nascitura commissione comunale paesaggistica».
La giunta milanese, su indicazione dell’assessore allo Sviluppo del territorio Masseroli, ha voluto indicare, oltre a tutto il centro storico delimitato dalla Cerchia dei bastioni, 11 aree della città dove non sarà possibile applicare le agevolazioni previste dal piano casa: si tratta dei quartieri Qt8, Villaggio dei giornalisti e limitrofi, del quartiere Cimiano, quartiere Porpora, Pisacane, Aspari, del Sarto, Lincoln, Washington, Borgo Pirelli, la postelegrafonica. Bocciati gli emendamenti che chiedevano di inserire nell’elenco delle aree da tutelare Trenno, Lampugnano, Cantalupa, Villaggio dei fiori: l’assessore Masseroli ha motivato il suo parere negativo «perché in questi casi sarà la commissione paesaggistica a valutare caso per caso non solo il progetto presentato, ma anche la sua compatibilità con il contesto circostante».


Non è arrivato nemmeno alla votazione l’emendamento presentato dal capogruppo della Lega Matteo Salvini e dai Verdi che chiedeva l’esclusione di tutte le cascine agricole e residenziali della città, trasformato in un ordine del giorno.

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