da Roma
In tempi di antipolitica e in un clima per niente velato di intolleranza verso la gerontocrazia che ci governa, succede invece che a Hollywood l'armata degli (ultra)cinquantenni diventi sempre più forte. Ma a differenza delle cariatidi politiche, gli esponenti cinematografici di quella che un tempo era considerata la «terza età» giocano a rimanere giovani interpretando gli stessi ruoli d'azione che li hanno resi celebri. Accanto a un Bruce Willis che non sfigura affatto nel quarto Die Hard, sia come presenza che come risultati al botteghino statunitense, ci sono altre due vecchie conoscenze. E' il caso del sessantunenne Sylvester Stallone, in questa occasione uno e trino (sceneggiatore, regista e interprete), che riveste per la quarta volta i panni di John Rambo (a 25 anni dal primo), il celebre veterano del Vietnam, che in Rambo to hell and back (Rambo all'inferno e ritorno, un titolo che è tutto un programma) si trova, insieme a un gruppo di mercenari, a dover scortare un gruppo di missionari cristiani intenti a portare aiuti umanitari alle popolazioni birmane perseguitate da milizie senza pietà legate al regime dittatoriale. Peculiarità del film, che uscirà negli Stati Uniti il 25 gennaio 2008 e in Italia in primavera, sarà il forte tasso di violenza con fiumi di sangue e teste mozzate insieme a pomi d'Adamo strappati a mani nude. Più tranquilla invece l'avventura di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo di cui Steven Spielberg sta ultimando le riprese in questi giorni e che uscirà in tutto il mondo a fine maggio.
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