Alberto Toscano
Basta con certi atteggiamenti della sinistra, che ha il vizietto di prendersela con Israele anche quando il governo di Gerusalemme ha indiscutibilmente ragione. Questo il succo dell'appello lanciato ieri da uno dei personaggi storici della sinistra francese: Jack Lang, che è stato ministro della Cultura del presidente François Mitterrand dal 1981 al 1988, tornando poi due volte al governo come ministro dell'Educazione nazionale. «Essere di sinistra e sostenere Sharon» è il titolo dell'articolo che Lang ha scritto per il quotidiano parigino Le Figaro assieme all'avvocato Patrick Klugman, che negli ultimi tempi si è molto impegnato nei tentativi per il rilancio del dialogo israelo-palestinese.
Insomma, basta ghettizzare Ariel Sharon, rivelatosi un personaggio capace di scommettere sulla pace malgrado lo scetticismo dell'opinione pubblica internazionale. Jack Lang comincia dalla constatazione di un'ironia della storia : «Ben pochi avrebbero potuto prevedere che l'ex generale Ariel Sharon avrebbe fatto affiggere pannelli con la scritta: Vietato l'ingresso a Gaza». Quel giorno è venuto e Jack Lang esprime grande soddisfazione nel constatare che il piano di pace di Sharon non è più in realtà «unilaterale» né è basato unicamente su esigenze di sicurezza, ma s'inquadra efficacemente nel contesto del dialogo di pace con i palestinesi. Poi Lang se la prende con quella che considera la cecità della sinistra francese. «Prima - dice - venivano esposti nelle università gli striscioni» contro Israele, mentre adesso certi sedicenti «amici del popolo palestinese» si trincerano dietro «l'indifferenza e la fiducia». Come dire che - pur di essere contro Israele - gran parte della sinistra francese non capisce neppure che le mosse di Sharon costituiscono una grande opportunità per i palestinesi. «Non è assurdo - si chiede l'ex ministro socialista - che una grande parte della sinistra francese sia più intransigente della sinistra israeliana e che gli amici francesi dei palestinesi siano più dubbiosi dei palestinesi stessi a proposito del processo di pace attualmente in corso?».
Lang prosegue notando che, di fronte all'attuale processo di pace, «una parte dei nostri compagni ha preferito tacere piuttosto che applaudire». Insomma, l'ex ministro spera - pur senza chiederlo esplicitamente - in un processo autocritico da parte della sinistra, che secondo lui dovrebbe avere il coraggio di rinunciare alle sue attuali ambiguità a proposito dello Stato d'Israele e dei suoi sforzi nella direzione della pace.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.