Stangata barbecue: le tariffe minacciano il portafoglio delle famiglie Usa

Carne e birra sono già rincarate del 13%. Walmart è pronta ad aumentare i prezzi

Stangata barbecue: le tariffe minacciano il portafoglio delle famiglie Usa
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I dazi fanno male a tutti. Sia a chi li impone sia a chi li subisce. Lo sa bene Kelly Elizabeth, che voleva stupire gli ospiti allesue nozze a Newport, Rhode Island, con bottiglie di Chianti e Bordeaux quando il suo sogno è stato infranto da Donald Trump che ad aprile ha annunciato un dazio del 20% sulle importazioni europee. La giovane sposa ha offerto agli invitati vini americani e ha dovuto anche sostituire le rose con i garofani e tagliare il budget per le bomboniere, per la carta dei menu e per le candele: i nuovi dazi di Trump un regalo indesiderato.

La storia di Kelly è stata raccontata qualche settimana fa dal Wall Street Journal in un approfondimento su come i dazi stanno incidendo sulla stagione dei matrimoni. È solo un piccolo esempio, ma illuminante su come la guerra commerciale sta già cambiando le abitudini dei consumatori americani. I negozianti hanno aumentato i prezzi su tutto, dalla biancheria agli abiti, in risposta alle previste imposte.

Trump scommette che la minaccia di ridurre l'accesso al consumatore americano costringerà le nazioni a capitolare sulle sue priorità politiche. Ma rischia di subire pesanti ripercussioni politiche in caso di aumento dei prezzi dei beni. Nella settimana del 4 luglio, il giorno dell'Indipendenza e momento di grande festa per gli americani, è diventato molto più caro fare il barbecue. Il tipico paniere composto da carne, birra e altri articoli comuni da grigliata, sono costati in media il 12,7% in più rispetto al 2024. Le confezioni da 6 di due delle birre più popolari (Miller Lite e Coors Light) sono aumentate di oltre il 13% da Walmart da prima dell'ormai famigerato Liberation Day. Anche i costi delle birre importate più diffuse sono aumentati. Una confezione da 6 bottiglie di Peroni Nastro Azzurro importata dall'Italia ha subito un aumento del 10,5%, una di Modelo Especial (Messico) è rincarata del 9,5 per cento.

Per non parlare delle attrezzature: su Amazon il prezzo della griglia a gas più popolare è aumentato di 30 dollari, ovvero del 5% tra l'1 aprile e il 26 giugno. Una sedia pieghevole da esterno costa il 47,7% in più, il kit base da 35 utensili è soggetto a un +17,7% e persino i rotoli di alluminio costano il 7% in più.

Un'azienda chiamata Heritage Steel è intervenuta per spiegare l'impatto dei dazi sui suoi costi, entrando nei dettagli dell'approvvigionamento di acciaio dall'Asia e di come vengono calcolati i dazi sull'acciaio. Ha affermato di prevedere un aumento della materia prima utilizzata per le sue pentole e padelle dal 25% al 50%, in linea con i dazi sul materiale imposti da Trump. Alcuni colossi come Walmart e Target hanno dichiarato, durante le recenti conference call sui risultati finanziari, che intendono aumentare i prezzi a causa dei dazi, o che lo hanno già fatto.

I consumatori prendono decisioni di spesa quotidiane in un clima di confusione, chiedendosi se i prezzi più alti siano il risultato dei dazi, dell'inflazione generale o semplicemente del fatto che le aziende stanno cercando di aumentare i propri margini di profitto. Il problema è che a colpi di annunci, tregue, cambi di scadenze e rilanci, le politiche tariffarie sono avvolte da una nebbia che confonde. E in alcuni casi comporta anche aumenti di prezzo immotivati. Secondo un recente sondaggio condotto dall'Economist e YouGov, circa il 61% degli americani vorrebbe che le aziende indicassero la quota del prezzo di acquisto destinata al pagamento delle tariffe doganali. Ma avere conoscenza precisa dell'impatto dei dazi non li rende necessariamente più facili da accettare.

Trump, mentre deve tenere a bada il debito, non può

nemmeno sottovalutare la tensione degli investitori e degli imprenditori: inviare lettere a raffica minacciando drammi per poi negoziare, rende quasi impossibile per le aziende fare previsioni e pianificare gli investimenti.

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