I figli hanno bisogno dei genitori presenti

Una volta certe tragedie erano rare. Non perché fossero tempi più sicuri, ma perché eravamo più presenti, più vigili, più attenti, meno distratti dal caos e dalla vacuità che oggi ci braccano

I figli hanno bisogno dei genitori presenti
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Gentile direttore Feltri,
ho letto del bambino scomparso a Ventimiglia e poi ritrovato in un casolare. Per fortuna si è concluso tutto bene, ma non posso fare a meno di chiedermi: com'è possibile che un bambino sparisca così, in un attimo? Sono padre anch'io, so che basta poco, ma forse oggi siamo troppo distratti. Forse il telefonino ci ruba lo sguardo, la presenza, l'attenzione. Lei che ne pensa?

Adriano Zema

Caro Adriano,
quanto accaduto a Ventimiglia ci offre una preziosa occasione per riflettere su un tema che preferiamo ignorare: la fragilità dei nostri bambini e l'imperdonabile distrazione degli adulti. Non è questione di dare la colpa a qualcuno in particolare. È che viviamo ormai tutti in balìa di uno schermo, posseduti più che fruitori delle nostre diavolerie tecnologiche. Basta un attimo. Una notifica. Un messaggio. Una foto che ci distrae. E un bambino svanisce. Si allontana. Si perde. O, peggio, annega.

Sai quanti bambini muoiono ogni anno in Italia per annegamento? Una quarantina. Su un totale di circa 330 morti per annegamento ogni anno. E la metà dei piccoli che muoiono in piscina ha meno di 9 anni. Sai quanto tempo serve perché un bambino scompaia alla vista sotto l'acqua? Meno di venti secondi. Venti. Secondi. Lo ripeto: venti secondi di distrazione possono essere fatali.

Una volta certe tragedie erano rare. Non perché fossero tempi più sicuri, ma perché eravamo più presenti, più vigili, più attenti, meno distratti dal caos e dalla vacuità che oggi ci braccano. Guardavamo i figli negli occhi, li seguivamo, giocavamo con loro. Oggi no. Scrolliamo, è così che si dice? Facciamo storie sui social. Sorridiamo al telefono e non a chi ci sta di fronte.

Siamo padri e madri connessi, ma alla rete, ossia disconnessi dalla realtà, dalla carne viva dei nostri affetti.

A un bambino non interessa se hai pubblicato un reel ben riuscito. Vuole che tu lo guardi. Che tu lo segua. Che tu ci sia.

Attenzione: non sto facendo la predica. Me ne guardo bene. Anche io ho avuto i miei momenti di distrazione. Ma oggi vedo troppe mamme e papà trasformati in zombie digitali, con gli occhi fissi su uno schermo, mentre i figli si perdono nell'ombra. E non parliamo soltanto del mare o delle piscine. I bambini svaniscono anche per strada, nei parchi, nelle piazze. Il piccolo di Ventimiglia è stato fortunato. Ma quanti non lo sono? Serve un cambio di mentalità. Un recupero di consapevolezza. Il telefonino si può spegnere. La vita, no.

I bambini non hanno bisogno di genitori «presenti online».

Hanno bisogno di genitori presenti, e basta. E magari, caro Adriano, la prossima volta che ci viene voglia di postare la foto del gelato, guardiamoci attorno.

Magari c'è un piccolo che ha solo bisogno di uno sguardo per salvarsi la vita.

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