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Ancora un imprenditore suicida «È una vittima delle banche»

VicenzaUn mix esplosivo di orgoglio, onore e vergogna per non essere più in grado di pagare i fornitori. Fiorenzo Brusaterra, 59 anni, da decenni attivo con successo nel settore immobiliare attraverso l’agenzia M&B di Thiene (Vicenza), si è arreso nel modo più drammatico. Si è rinchiuso nel suo ufficio e, imitando l’esempio di tanti, troppi colleghi veneti, si è ucciso. A trovare il corpo è stata la moglie Daniela. Quando sono arrivati i soccorsi non c’era più nulla da fare.
La sua storia è tremendamente simile a quella dei tanti imprenditori e artigiani che nel Nord Est stanno subendo la crisi in maniera pesante, specie nel settore dell’edilizia. Brusaterra comprava terreni, appaltava la successiva fase di costruzione di abitazione e poi ne curava la vendita. In questo ultimo decennio le cose erano andate a gonfie vele, le banche facevano a gara nell’anticipare il denaro necessario per partire coi lavori tanto si sentivano garantite dalla serietà professionale dell’imprenditore vicentino.
Negli ultimi mesi, però, qualche affare, a causa della recessione, non è andato bene. Brusaterra si è così trovato, come si dice, scoperto. Probabilmente avrebbe avuto bisogno di un aiuto supplementare dal mondo del credito con cui aveva lavorato tanto bene nel corso degli anni. Ma questo sistema non funziona con la riconoscenza e, come si usa dire, le banche così come sono prontissime e disponibili a darti l’ombrello quando fuori splende il sole, allo stesso modo lo chiedono indietro quando comincia a piovere.
È in questo senso che vanno lette le dure prese di posizione delle categorie economiche thienesi, i cui rappresentanti sono ancora sotto choc per un suicidio che, ritengono, poteva essere evitato.
«Basta a questa escalation di imprenditori che si tolgono la vita per i problemi finanziari -, ha detto il presidente del raggruppamento di Thiene di Confindustria, Renato Munaretto -. È ora di finirla, ormai i morti non si contano in Veneto, e tutti hanno un denominatore comune: guai economici legati soprattutto al mancato sostegno delle banche. Ogni giorno si rivolgono a me, attraverso l’associazione, titolari di aziende che sono stritolati dai debiti e hanno degli interlocutori, in certi istituti di credito, che non capiscono. È tempo di considerare non solo i numeri ma anche le situazioni personali di chi si presenta in banca ed è in difficoltà. Se un imprenditore si è comportato bene per 20-30 anni e oggi ha dei problemi dovuti alla situazione economica, va aiutato».
Ancora più dura Morena Martini, assessore provinciale al Lavoro, che ha definito Brusaterra «un galantuomo, una vittima». «Il consiglio che voglio dare a tutti - dice - è quello di portare via i soldi dalle banche e metterli sotto il materasso. Non è possibile decidere la vita o la morte di un uomo a tavolino come fanno molti dirigenti bancari. Le banche devono cambiare profondamente e subito. Immagino lo stato d’animo di questo imprenditore...

immagino la sua disperazione e la cosa che mi da maggior fastidio è sapere che chi gli ha negato il credito domenica andrà alla santa messa e farà la comunione».

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