Cronaca locale

Come andare oltre al Franciacorta nell’arcobaleno dei vini di Brescia

Ghiottoni di tutto il mondo unitevi. E marciate verso Brescia, da domani centro di un evento del vino che chiama in potenza altre occasioni per incantare gola e palato. È la terza edizione del Festival del Vino Bresciano, rassegna orchestrata da Centro Vitivinicolo Provinciale e Musei Mazzucchelli in quest’ultima sede, museimazzucchelli.it, a Ciliverghe di Mazzano, una manciata di chilometri a est del capoluogo.
Sabato e domenica, dalle 14 alle 21, 5 euro a ingresso, decine di produttori eno-agroalimentari esibiranno l’argenteria golosa per dimostrare che il territorio sa gettare benissimo lo sguardo oltre la Franciacorta. La botte bresciana contiene infatti uve altre da quegli chardonnay, pinot bianco e pinot nero che marchiano il disciplinare docg di bollicine come quelle dei Barboglio de Gaioncelli di Corte Franca, barbogliodegaioncelli.it, presenti al banco assaggi del museo.
Colpisce sempre di più, ad esempio, l’impegno delle aziende a ridosso del Garda, i maestri della Lugana, prima doc registrata in Lombardia. Per tutti valgano i prodotti della Perla del Garda, perladelgarda.it, a Ciliverghe con la voce grossa che fa il suo trebbiano di lugana in purezza Madonna della Scoperta (e non solo). Brescia in cantina vuol dire anche Botticino doc, un uvaggio prealpino cult - barbera, marzemino, sangiovese e schiava gentile - di vini adatti al medio invecchiamento di sorprendente muscolarità.
Ci saranno poi i nettari d’altura della Valcamonica: le bacche nere merlot e marzemino, i bianchi müller thurgau, incrocio Manzoni o riesling renano e le uve autoctone in via di sparizione valcamonec, erbanno o sebina di aziende che vinificano a un passo dalle celeberrime scritture rupestri. E quelli della doc di Capriano del Colle, altopiano padano calcareo-argilloso che detta la piacevolezza a bianchi e rossi adatti a tutta la lunghezza di un pasto. Qua e là tra i banchi d’assaggio del Museo, spunteranno vini unici e non per dire. Come l’Inchino della Guarda di Muscoline, laguarda.com, unico esemplare di Garda classico groppello chinato: accompagna meditazioni illuminate, specie se addolcite dalle praline di cioccolato fondente 60% di cacao criollo equadoreño, prodotte dalla stessa azienda.
Il lato “gastro” della kermesse è assicurato da una presenza che riassume l’intera produzione olivicola lombarda (Garda, Sebino e Lario), formaggi rari come il maniva, ghiotto parente del bagòss, altri di malga e i salumi tipici bresciani. Chi vuol completare l’esperienza con le gambe sotto a un tavolo, sappia che non distante svetta il Pegaso di Gavardo, 0365.372719, trattoria simbolo dei Sovversivi del Gusto di Adriano Liloni, altra folta e allegra compagine di professionisti del buono, sdg.simplicissimus.

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