"Andata e Ritorno", così FS racconta piccole grandi storie di chi viaggia

Presentato alla Festa del Cinema di Roma il documentario dei pendolari che ogni giorno attraversano l'Italia in treno

"Andata e Ritorno", così FS racconta piccole grandi storie di chi viaggia
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Il treno come metafora di vita, strumento di connessione per raggiungere un lavoro, un sogno, un'occasione di libertà o di futuro. Non è un caso che sia il mezzo prediletto della macchina da presa. Che siano tante le pellicole iniziate, terminate o inframmezzate dallo sbuffare del mezzo romantico per eccellenza. Il suo partire lento prima di iniziare a sfrecciare, il tempo dei saluti e degli inevitabili rimpianti e, al contrario, l'ingresso in stazione che cadenza gli impazienti arrivi. E poi i treni portano in giro storie: studenti, lavoratori, innamorati...

Alla Festa del Cinema di Roma il Gruppo FS presenta il documentario Andata e Ritorno, realizzato da Gruppo Creativo Multimedia per Ferrovie dello Stato Italiane, scritto e diretto da Roberto Campagna ed Elena de Rosa.

Un documentario corale che racconta, attraverso il montaggio alternato, il viaggio di sei passeggeri alle prese con le gioie e le difficoltà quotidiane. Storie di un'umanità pendolare dove il treno non rappresenta più solo un mezzo di trasporto, ma un'opportunità di incontro e scoperta, motore di realizzazione, rivincita e affermazione personale.

Il viaggio di Anna Maria Natale, insegnante precaria che dalla provincia di Caserta ogni giorno si dirige verso Roma per insegnare, si intreccia a quello di Alex Cesca, ragazzo con sindrome di down di Civitanova Marche, che grazie al treno riscopre la propria autonomia per raggiungere quotidianamente il lavoro. Il percorso di Yakuba Camara, promessa del calcio che fa il pendolare per andare ad allenarsi, si rispecchia in quello di Gaia Karola Carafa, sciabolatrice pugliese dell'Arma dei Carabinieri, che punta al sogno olimpico. E poi ancora, il giovane compositore piemontese, Raffaello Basiglio, che trasforma il vagone del Frecciarossa in un improvvisato studio di registrazione di colonne sonore, mentre l'architetto lombardo Alberto Cavallari cattura in ritratti l'anima dei passeggeri con i quali condivide i viaggi. La capillarità del Gruppo FS diventa lo scenario vivo e autentico di questi micro-universi quotidiani. Ogni storia ha la sua voce, il suo paesaggio, il suo dialetto. Istantanee emotive che raccontano, nella semplicità di gesti abituali, come il viaggio diventi parte integrante di esistenze in continua evoluzione e movimento. Sullo sfondo delle storie dei protagonisti, il lavoro silenzioso di chi si prende cura dei passeggeri e garantisce ogni giorno viaggi sicuri e accessibili.

Il documentario cinematografico segue con macchina a mano i movimenti dei personaggi, fotografando piani sequenza lunghi, respiri, silenzi e

dettagli che parlano più delle parole.

I dialoghi lasciano trapelare il dialetto, lingua dell'anima che rivela emozioni, paure e speranze e si fonde ai suoni dei treni, delle stazioni e di infinite altre possibili storie.

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