Angelo Mai: gli «okkupanti» non pagano acqua e luce Ma nessuno stacca la spina

Marzio Fianese

Il tempo stringe, il disavanzo cresce e l’Unione si riunisce al capezzale della sanità regionale. La ricetta di Marrazzo? Eccola: «È necessario un buon piano: non chiuderemo gli ospedali ma riconvertiremo, per avere più sanità sul territorio. Ai cittadini non interessa il numero dei posti letto della regione ma trovare vicino casa la possibilità di essere curati prima e meglio. Ai cittadini interessa avere un buon farmaco e non una marca famosa. Quindi nel Lazio ci saranno importantissimi interventi sui farmaci generici. Non rimetterò i ticket».
Dagli alleati del governatore giunge qualche distinguo: «Il piano non è completamente da rifare - spiega il capogruppo della Margherita Mario Di Carlo - ma da riempire di contenuti ed è ciò che stiamo facendo. Il primo documento era una manifestazione di volontà, adesso stiamo pensando alle cose concrete, in un confronto duro, lungo e faticoso. Non è polemica se uno la pensa diversamente dall’altro. Abbiamo criticato il documento nel merito, evidenziando alcune questioni che piano piano stanno andando a conoscenza».
La Federlazio, invece, per evitare sorprese, cerca di piazzare qualche paletto: «Ci auguriamo che il piano antideficit predisposto dalla Regione - si legge in una nota - senza abbassare i livelli di assistenza per la cittadinanza, sia allo stesso tempo giudicato adeguato a scongiurare il rischio di un aumento dell’addizionale Irpef e dell’Irap. Innalzare nuovamente la tassazione sulle imprese significherebbe assestare un colpo mortale al sistema produttivo locale e alle sue possibilità di agganciare una ripresa che sembra timidamente affacciarsi».
L’opposizione di centrodestra, dal canto suo, non risparmia critiche: «Non ho alcuna intenzione di infierire sul presidente Marrazzo - dice il senatore Andrea Augello -. Mi limito solo a chiedere se il piano sulla sanità che intende “affinare” in una riunione di maggioranza sia ancora lo stesso che qualche giorno fa il senatore Pasetto, a nome della Margherita, ha definito “il piano che non sta in piedi”». Il vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Augello, poi, affonda i colpi: «In effetti l’elaborato dell’assessore Battaglia presentava criticità e lacune, oltre a un paio di evidenti strafalcioni. Credo che il presidente farebbe bene a chiarire di quale documento stia parlando, visto che in tutta questa vicenda i grandi esclusi sono gli attori della sanità, forze sociali e imprenditoriali che assistono al di fuori di qualsiasi reale concertazione alle convulsioni che scuotono la maggioranza in queste ore».
Delle divisioni nel centrosinistra parla anche Fabio Desideri, capogruppo della Lista Storace: «La coalizione di Marrazzo, più nota in Italia come i “disuniti nell’Ulivo”, da più parti evidenzia spaccature, crepe e divergenze, al punto tale che forse a breve conquisterà l’attenzione di Striscia la notizia per l’improvvisazione e l’inconcludenza che la caratterizza».
Al di là di ogni polemica sulla «ricetta» per curare il disavanzo, rimane il rischio di una imminente stangata. «Dopo appena un anno di centrosinistra in Regione - sottolinea Stefano De Lillo, vicecapogruppo di Forza Italia e vicepresidente della commissione Sanità - l’aumento delle tasse incombe sui cittadini e sulle imprese del Lazio, ma pur di evitare di affrontare il problema del deficit del settore la commissione Sanità della Regione Lazio non convoca la sua prossima seduta sull’ordine del giorno concordato».

«Ritengo tale atteggiamento - conclude De Lillo - lesivo dei diritti dell’opposizione e chiedo, a nome anche dei componenti di opposizione della commissione, la convocazione di un nuovo Ufficio di presidenza della commissione Sanità».

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