Angelo Mai, sgombero e blitz in Campidoglio

Marzio Fianese

Sette ore di tensione e una coda infinita di polemiche per lo sgombero della Angelo Mai, l’ex convitto occupato due anni fa dal comitato popolare di Lotta per la casa. I vigili urbani, alla presenza del vicecapo di Gabinetto del Comune Luca Odevaine, hanno cominciato verso le otto a far uscire gli occupanti della struttura di via degli Zingari, dove in questi anni i ragazzi hanno organizzato attività culturali e ricreative.
La tensione è cominciata a farsi sentire quando sul posto sono arrivati l’assessore al I municipio Alfonso Perrotta e il consigliere regionale dei Verdi Peppe Mariani che, assieme ai senatori Bonadonna e Martone e al consigliere comunale Adriana Spera, hanno chiesto alla polizia che bloccava l’entrata di poter visitare il luogo sgomberato. Quando davanti al no degli agenti Mariani ha tentato di scavalcare il blocco, è stato immediatamente fermato ed è caduto a terra. Tanto da essere ricoverato per accertamenti al San Giovanni. È non è finita qui. Altri momenti di tensione si sono avuti più tardi in Campidoglio, dove un gruppo di attivisti provenienti dal presidio davanti all’Angelo Mai ha tentato un blitz forzando l’ingresso del palazzo Senatorio e ignorando gli inviti a uscire dei commessi. A questo punto sono volati schiaffi e pugni e nella baruffa - come denuncia il leader dell’Ospol Luigi Marucci - tre agenti della polizia municipale sono rimasti feriti «riportando lesioni guaribili in 5 giorni». Diversa la versione dei militanti dei centri sociali, secondo i quali sarebbero stati loro ad esser stati malmenati dai vigili.
Dopo che il portone dell’edificio in via degli Zingari è stato chiuso con un lucchetto dalla municipale, alcune decine di frequentatori dell’Angelo Mai hanno presidiato l’ingresso dell’associazione culturale di via Clementina. I materiali per le attività culturali e teatrali sono stati invece raccolti in alcune sale. «C’era una trattativa in corso ma senza alcun avvertimento sono arrivate le forze dell’ordine per liberare lo stabile», spiega una delle occupanti. Anche Pina, che ieri notte era di turno per l’occupazione dell’edificio, non si spiega il blitz improvviso: «A luglio c’era stata una trattativa affinché sia in questo stabile che in quello a noi destinato cominciassero i lavori di ristrutturazione. E stamattina (ieri, ndr) all’improvviso sono arrivati per cominciare lo sgombero. Togliendo l’Angelo Mai Veltroni non l’ha tolto a noi ma a Roma». «La partita - avvertono gli sgomberati - per noi non finisce qui perché con il Comune era stato fatto un accordo che non è stato rispettato». E ancora: «Veltroni ce l’aveva giurata, noi abbiamo distrutto la sua immagine buonista e ce l’ha fatta pagare». In Campidoglio smentiscono ovviamente che il blitz non fosse stato annunciato: «Questa mattina (ieri, ndr), come ampiamente e preventivamente comunicato, il Comune di Roma ha esteso l’area di cantiere a tutto l’immobile dell’Angelo Mai».
Sul posto era presente anche il vicepresidente del consiglio provinciale Nando Simeone: «Lo sgombero con polizia, carabinieri e anche vigili urbani che hanno espletato funzioni di polizia è stato un atto irresponsabile, privo di significato e soprattutto inutile. Questa presa di posizione colpisce anche la sinistra antagonista, tentando di metterla all’angolo, e lo stesso partito di Rifondazione comunista che aveva salutato con soddisfazione e apprezzato la politica del dialogo intrapresa da Veltroni al tempo dell’accordo sull’Angelo Mai». Adriana Spera, capogruppo del Prc in Campidoglio, parla di fatto gravissimo: «Lo sgombero dell’Angelo Mai, esperienza sociale consolidata e laboratorio culturale autogestito, è un atto irresponsabile di chi ha scelto la strada della forza invece di continuare il dialogo e il confronto per trovare una soluzione positiva». Anche Anna Pizzo, consigliera regionale indipendente del Prc, si chiede il perché dello sgombero: «Anche gli accordi presi a giugno - sostiene - sono stati disattesi perché i cantieri vanno a rilento e i lavori nella struttura di porta San Sebastiano che avrebbe dovuto ospitare l’Angelo Mai non sono mai partiti». Luca Malcotti, consigliere comunale di An, chiede che «finalmente finisca questa pantomima che vede il centrosinistra capitolino sia nella veste di occupante sulle barricate che di fautore dello sgombero in divisa blu». Per Marco Marsilio, capogruppo di An in Campidoglio, lo sgombero è stato rinviato anche troppo. «Ed è solo sotto pressione - dice - che il Campidoglio ha dovuto capitolare.

Ma ci chiediamo cosa ci faccia ancora Rifondazione dentro la giunta e all’interno della maggioranza che sostiene l’amministrazione, visto che persevera nei suoi atteggiamenti spregiudicati e di sostegno a situazioni di completa illegalità».

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