Angie superstar: la Cancelliera entusiasma i tedeschi

Salvo Mazzolini

da Berlino

Il Bild Zeitung la chiama “Angie superstar”, Bush e Blair l’hanno riempita di elogi, Chirac l’ha definita una grande personalità, Putin si è detto impressionato dalla sua concretezza e conoscenza dei problemi. E i sondaggi segnalano che è al primo posto nella graduatoria dei politici più amati dai tedeschi e se oggi si votasse il suo partito, la Cdu, farebbe un balzo in avanti di almeno quattro punti. A due mesi dal suo insediamento alla Cancelleria, Angela Merkel ha sorpreso tutti, o almeno tutti quelli che non la conoscevano bene.
Uscita dalle elezioni con una vittoria ottenuta per un soffio, costretta dai deludenti risultati elettorali a formare un governo di coalizione con i suoi avversari storici, i socialdemocratici, cui ha dovuto cedere più della metà dei ministeri, Angie è rapidamente passata dal ruolo di Cancelliera dimezzata a quello di Cancelliera al di sopra delle parti, rispettata e lodata anche dai settori inizialmente ostili alla sua incredibile ascesa politica.
Piace la sua immagine pubblica: Angie ha abbandonato quell’aria di professoressa di Fisica, austera e bigotta, che «se deve bocciare boccia e ci prova anche gusto» come ha scritto una sua biografa, Patricia Lessnerkraus. E ha accentuato l’aspetto di hausfrau, di casalinga, sempre vestita in tailleur pantalone scuro, quasi senza trucco, senza gioielli e con scarpe grosse e piatte. Una hausfrau energica e preparata, pronta a dire anche cose scomode ai grandi della Terra.
I suoi maggiori successi finora li ha ottenuti sul piano internazionale. In poche settimane, con una serie di viaggi lampo, ha ridefinito la collocazione della Germania. A Parigi ha detto chiaro e tondo che la collaborazione francotedesca è fondamentale ma che Berlino non è interessata a perpetuare direttori nel contesto europeo e tanto meno a dare un carattere antiamericano ai rapporti tra i due Paesi. A Washington ha chiuso la lunga fase polemica iniziata con l’opposizione del suo predecessore, Gerhard Schröder, alla politica irachena della Casa Bianca, gettando le basi per una stretta collaborazione con l’America nella difesa dell’Occidente. A Mosca ha fatto capire a Putin che per Berlino la Russia è un importante partner strategico ma che i buoni rapporti con i vicini paesi dell’Est sono prioritari, quindi un “no” alla continuazione di quell’asse Parigi-Berlino-Mosca che Chirac e Putin avevano creato in funzione antiatlantica insieme a Schröder.
Ma ciò che è più piaciuto è che Angie non si è tirata indietro quando si è trattato di affrontare temi sgraditi ai suoi interlocutori. Con Bush ha sollevato la questione dei prigionieri di Guantanamo ricordando che democrazia e legalità sono inscindibili.

E con Putin ha parlato della repressione in Cecenia e delle limitazioni all’opposizione interna. Insomma la Cancelliera ha trasmesso l’immagine di chi si siede al tavolo dei grandi senza complessi e reticenze. Un atteggiamento che ha conquistato il cuore dei tedeschi. Anche di chi non aveva votato per lei.

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