Arriva la cura per la Fip dei gatti: autorizzato l'impiego veterinario del Remdesivir

Con l'autorizzazione immediata è possibile trattare fin da subito la patologia: i risultati nella cura si sono rivelati eccezionali

Arriva la cura per la Fip dei gatti: autorizzato l'impiego veterinario del Remdesivir
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Importante svolta per chi ama dividere la propria quotidianità con i gatti. D'ora in poi sarà possibile utilizzare il farmaco Remdesivir per curare la Fip, malattia che nel 96% dei casi risulta mortale per i felini: il farmaco potrà essere prescritto dai medici veterinari per la somministrazione animale. Si tratta di una novità che potrebbe influire enormemente sulla qualità della vita dei felini affetti dalla Peritonite Infettiva Felina. Il problema è stato sollevato da Michela Vittoria Brambilla: fino a oggi quel principio attivo era contenuto in un farmaco autorizzato a esclusivo uso umano e soggetto a un regime di prescrizione limitativo ma con la nuova circolare del ministero della Salute ne è stato autorizzato l'impiego anche per uso veterinario.

Come stabilito dall'articolo 112 del Regolamento (UE) 2019/6 sui medicinali veterinari, i medici veterinari possono, in situazioni eccezionali, utilizzare farmaci destinati all'uso umano per trattare animali non destinati alla produzione di alimenti. Si tratta del cosiddetto "uso in deroga" attivabile quando non esistono farmaci specifici a uso veterinario. La Commissione Europea, come previsto dall’art. 107 par. 6 del Reg. (UE) 2019/6, con il regolamento (UE) 2024/1973 del 18 luglio 2024, applicabile a decorrere dall’8 agosto 2026, nello stabilire un elenco di antimicrobici utilizzati ai sensi degli articoli 112 e 113 del regolamento (UE) 2019/6 e le relative condizioni di impiego, prevede tra questi la sostanza attiva Remdesivir impiegabile esclusivamente per il trattamento della Fip. Nella circolare del ministero si legge che, visto l'impatto che ha la Fip sui gatti, è consentito fin d'ora l'impiego di farmaci a base di Remdesivir.

Questo farmaco è correntemente utilizzato principalmente per il trattamento del Covid-19. Inizialmente era stato studiato anche per altre infezioni virali, come quella da virus Ebola, ma ha trovato la sua maggiore applicazione durante l'ultima pandemia. Agisce bloccando la replicazione del virus all'interno delle cellule.

"Come promesso lo scorso 20 maggio, manteniamo l'impegno assunto verso milioni di famiglie italiane che convivono con un gatto, e verso il mondo dei volontari, dei gattili e dei professionisti che da anni attendono una risposta concreta per contrastare una malattia ad altissima letalità e per la quale invece è disponibile una cura efficace", ha dichiarato il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato.

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