Anno difficile per la chimica, ma Basf Italia batte il settore

Il gruppo ha registrato in Italia nel 2009 un fatturato di 1,23 miliardi di euro, in calo del 10% rispetto al 2008, mentre l'intero comparto perdeva il 14% della produzione

Ha risentito della crisi, ma è riuscito a fare meglio del settore: il gruppo chimico Basf ha registrato in Italia nel 2009 un fatturato a terzi pari a 1,23 miliardi di euro, in calo del 10% rispetto al 2008, mentre il mercato della chimica perdeva il 14% a livello di produzione per il rallentamento generale di vendite e consumi. Peggio hanno fatto i business non chimici, prevalentemente costituiti da petrolio e gas che hanno subito una flessione più significativa (-61%). Due i fattori che hanno condizionato le vendite sono il generale calo dei prezzi dei prodotti di base e una considerevole riduzione dei volumi. Il 2009 - dice Erwin Rauhe, vicepresidente e amministratore delegato di Basf Italia - è stato «davvero un anno particolarmente difficile, benchè nel quarto trimestre si siano avvertiti i primi segnali di ripresa. Per essere pronti a cogliere tutte le opportunità di quella ripresa che si comincia a intravedere e per saper rispondere con successo alle sfide che il mercato ci proporrà in futuro, abbiamo accelerato alcuni dei processi in corso e modificato alcune delle nostre strutture».
Il gruppo ha integrato la holding Ciba, arrivando alla fusione in Basf Italia l'1 gennaio 2010.

Quanto alle attività maggiormente penalizzate dalla recessione, come i settori catalizzatori per auto e vernici industriali, sono state ristrutturate prevedendo «l'adeguamento di capacità produttive e strutture di vendita alle mutate condizioni economiche». È stata infine finalizzata la nuova strutturazione del «Business center Europe South»,piattaforma sinergica che, dal primo luglio 2009, governa le attività di Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Malta e Cipro.

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