Anno nero per l'occupazione E la produzione è in picchiata

Anno nero per l'occupazione E la produzione è in picchiata

«È un calo di produzione da periodo di guerra». Francesco Bettoni, presidente di Unioncamere Lombardia, commenta così i dati del rapporto delle Camere di commercio regionali sul terzo trimestre del 2012. Infatti se si guarda ai tre trimestri nel loro complesso la situazione è nera: si tratta di un meno 4,5% nel periodo gennaio-settembre, ma nel dettaglio qualcosa di positivo tra le cifre si intravede.
Si tratta di numeri che spiegano come il momento terribile per la produzione forse si stia avviando verso la fine, il settore manifatturiero è calato in un trimestre dal meno 1,8 per cento al meno 1 per cento, ma quello dell'occupazione non è nemmeno iniziato: il prossimo anno, secondo la relazione degli esperti, sarà infatti quello in cui la disoccupazione raggiungerà il suo apice. Una previsione di mesi sempre più bui per il paese attenuata solamente in parte da una visione più globale: «La domanda mondiale sembra aver intrapreso una timida ripresa - afferma ancora il presidente Bettoni - e così traina gli ordinativi esteri».
La locomotiva sono ormai sostanzialmente solo i paesi Bric (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Gli aspetti positivi del rapporto però sono pochi e bisogna volerli cercare bene come ammette Pietro Ferri, docente di economia politica a Bergamo: «E' una ricerca di sassolini per vedere la luce in fondo al tunnel». Tra questi la crescita di 4 punti, registrata dal 2009 al 2012, dell'incidenza degli ordini dall'estero sul fatturato delle aziende: ora poco meno del 40 per cento degli introiti deriva dalle richieste provenienti da altri paesi.
Proprio questo incremento ha permesso ai fatturati di non decelerare troppo, insieme alle questione delle scorte: «Questa tenuta - espone il professore - indica che le aziende non producono più per fare scorte e quindi dovranno riprendere prima o poi il che è positivo». Senza contare la questione lombarda: anche in questo momento i dati segnalano come la regione resti al di sopra della media nazionale nei parametri economici. Sassolini, appunto. Anche perché, spiega il docente, se è vero che il Paese sta complessivamente diminuendo i suoi tassi negativi, sarà invece l'Europa a aumentarli nel prossimo trimestre: la situazione critica vissuta da Spagna e Italia in particolare ha avuto un'incidenza anche su quella di nazioni più in salute come la Germania. E questo causerà il rallentamento delle loro economie.
In un contesto tanto nero la politica può dare il suo contributo per Alberto Baccella, presidente di Confindustria Lombardia: «E' il momento per la politica di giocare un ruolo responsabile - avverte - e di mettere le imprese al centro della loro azione perché sono le uniche che garantiscono la coesione sociale: ciò significa ad esempio dare continuità, anche nel 2013, allo strumento della cassa in deroga per le imprese industriali».
Andrea Gibelli, vicepresidente della Regione Lombardia, non può che constatare i fatti: «Sono dati che si commentano da soli».

Insieme a certe tendenze del mondo del lavoro che li confermano: «Poco tempo fa il così detto lavoro di badante era monopolio degli stranieri, mentre ora ci sono molti italiani che cercano di riciclarsi in quel senso». E ricorda poi i progetti sul tavolo anche in altri paesi per affiancare all'euro delle valute locali, strumenti complementari come quello che nel 2013 verrà introdotto a Nantes.

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