Piena soddisfazione per la decisione della Corte dei Conti sulla Sta viene espressa dallOspol (Organizzazione sindacale delle Polizie locali) la quale si è sempre battuta contro gli abusi degli ausiliari del traffico e per la trasparenza gestionale dei ricavati della sosta a pagamento. Proprio nel triennio 1996-98 il sindacato aveva sollevato forti dubbi in ordine alla destinazione effettiva di quei fondi che non risultavano contabilizzati nelle entrate comunali. Il presidente dellOspol Luigi Marucci fu citato in giudizio per diffamazione dalla Sta che gli chiese un risarcimento miliardario, giudizio poi conclusosi con la vittoria del sindacato e la condanna della Sta alle spese legali. Secondo lOspol, la sentenza della Corte dei Conti va ben oltre il caso singolo, «poiché spezza il perverso marchingegno del doppio binario pubblico-privato adottato da molti enti locali che, a seconda delle convenienze, indossano la casacca del privato quando vogliono eludere i controlli amministrativi e giudiziari, e quella del pubblico quando esercitano poteri impositivi, autoritativi e di polizia. Sempre a (doppio) danno del cittadino».
Dal canto suo, il vicepresidente del Consiglio comunale Fabio Sabbatani Schiuma (An) sollecita «subito un consiglio straordinario per chiedere lannullamento di tutte le multe contestate dai cittadini alla Sta, la società che in un sol colpo ha perseguitato i romani, ha depotenziato la Polizia municipale e ha esautorato le casse del Comune di Roma. Ancora più grave il fatto che questa società, pur di fatturare denaro a ogni costo, abbia messo in pericolo lincolumità dei cittadini, individuando le strisce blu in luoghi pericolosi per il traffico, più volte contestati dagli stessi vigili urbani».
«Di fronte alla condanna emessa dalla Corte dei Conti - calca la mano Pierluigi Borghini, responsabile Industria di Forza Italia - il Comune di Roma deve dare delle risposte precise: vanno individuate responsabilità, connivenze ed entità del danno subito dai cittadini romani». Borghini, consigliere comunale dal 1997 al 2001, sostiene che la Corte dei Conti mette in luce «la cattiva gestione delle scatole societarie create dalla giunta Rutelli». «Abbiamo assistito alla svendita della Centrale del latte, ai milioni buttati dallAcea quando ha scelto di imboccare senza successo la strada della telefonia, e ora vediamo la condanna della Sta e del vicesindaco con delega al traffico - continua Borghini - I soldi riscossi per le soste a pagamento e per le multe non sono stati utilizzati come promesso, per progettare e realizzare opere per migliorare la mobilità dei romani. I soldi tolti ai cittadini romani sono finiti altrove, hanno sentenziato i giudici contabili.
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