«Piccolo, onesto, emigrato Australia...». Vien voglia di parafrasare il titolo di un vecchio film di Alberto Sordi per raccontare la storia di Antonio Crea, calabrese di Villa San Giovanni, trasferitosi a Sydney con la famiglia in tenera età. «Mago Anthony», come lo lo chiamano, una vita da mediano tascabile (solo 1.55 cm), cento partite giocate con il Club Marconi, squadra simbolo della comunità italiana, oggi è il preparatore atletico della nazionale australiana. Appese le scarpe al chiodo, ha messo in cornice due lauree, educazione fisica e scienze della nutrizione e ha fatto abbastanza strada da occuparsi dei muscoli di Viduka e compagni. Cercando di rifornirli della benzina giusta, buona per tentare oggi il miracolo contro gli azzurri...
Il suo metodo? Un po di palla ovale, vera religione a quelle latitudini? «Niente rugby, niente atletica - spiega Antonio - solo metodi per il calcio. Quali? Lavoro, lavoro, lavoro... E sempre con la palla. La forza e la velocità si fanno meglio con la palla. Ma con questi ragazzi è facile, hanno una dedizione al lavoro formidabile e una preparazione sportiva superiore». Per forza, agli ordini del «sergente» Crea ci si allena al ritmo di doppie sedute giornaliere da due ore ciascuna. «Con lItalia sarà dura: però è vero, la nostra è una squadra che ha un notevole fondo atletico. Non dovete pensare che corra e basta: sa stare bene in campo, corre il giusto. Daltra parte era così anche la Corea del Sud di Hiddink, quattro anni fa». Ovvero la nazionale che buttò fuori gli azzurri del Trap, con lo stesso ct olandese e giramondo di questa Australia... Ma se la squadra dei «Parma boys» Grella e Bresciano partecipa agli ottavi di finale, il merito è anche del lavoro che Antonio Crea ha svolto molto prima di scendere in campo.
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