Cronache

ANTONIO CASSANO SHOW

ANTONIO CASSANO SHOW

Antonio Cassano scende in campo davanti ai taccuini e lo fa come se avesse la palla incollata ai piedi. È uno show: imprendibile e incontenibile. Una risata dopo l’altra, una verità dopo l’altra. Vorresti fermare l’orologio. Conferenza stampa nel quartier generale di Bogliasco: la Sampdoria, il futuro, il campionato. Cassano strofina la lampada magica, il genio del pallone eccolo qui.
È un avvenimento vederla in sala stampa…
«Prima parlavo ogni tre anni, adesso ogni sei mesi…(ride, ndr)».
Come sta dopo il test di Carrara?
«Un po’ stanco, ma faceva molto caldo. Comunque, sono contento: ho già una buona preparazione. Per l’Inter sarò pronto».
In tribuna c’era Lippi…
«Lui sa quello che posso dare, ha sempre avuto belle parole nei miei confronti. Non penso che gli servisse un’amichevole per conoscermi meglio».
Pensa di essere convocato per l’amichevole con l’Austria?
«Chiedete a Marotta (seduto in mezzo ai giornalisti, ndr), magari lui lo sa…».
Tutti aspettano la sua conferma nella prossima stagione, ci sarà più pressione su Cassano?
«Ma è sempre stato così. La cosa importante è soltanto una: non avere problemi fisici, poi in campo non devo imparare niente da nessuno. La classe non si compra».
Come mai è rimasto alla Samp, il suo parere è stato determinante…
«Sbagliato, è stato quello di Marotta che ha messo i soldi. Scherzi a parte, qui ho trovato quello cercavo da dieci anni: i soldi non sono tutto mentre la felicità non ha prezzo. Il presidente mi vuole un bene dell’anima, Marotta è stata l’unica persona che mi ha capito nel mondo del calcio ma anche tutti gli altri mi stanno vicino. Mi fanno sentire importante».
Può diventare una bandiera per la Samp?
«Questa maglia l’ha indossata un grande campione come Mancini. Magari, tra 6-7 anni potrei avvicinarmi a quello che ha fatto lui a Genova».
In Nazionale giocava in modo diverso rispetto alla Samp?
«Qui c’è un solo attaccante e un altro che gira dietro. Diciamo la verità, qui faccio la prima punta e corro poco mentre in campo internazionale se non ti muovi rischi di prendere pochi palloni».
Cassano come è cambiato negli anni?
«Da giovane ero più spregiudicato e più solista mentre adesso cerco di mettere la mia fantasia al servizio della squadra. Sono maturato anche come uomo: se prima facevo dieci cavolate al giorno, adesso mi limito a cinque. Ma la mia indole è sempre la stessa. In fondo, sono arrivato nel Real Madrid: più di così? Se avessi avuto un altro carattere sarei potuto andare a giocare sulla luna da solo…».
Dopo la sceneggiata con il Torino, non ha più preso un cartellino giallo…
«Certo, avevo sbagliato, però mi avevano fatto pagare tutto quello che avevo fatto in dieci anni».
Un giudizio su questa nuova Samp?
«Mi piace molto, possiamo lottare per la qualificazione Uefa».
Un sogno nel cassetto?
«Entro 2-3 anni arrivare in Champions League con la Samp e per me sarebbe bellissimo come vincere un Mondiale. A quel punto si potrebbe parlare anche di bandiera».
Si aspetta ancora una sorpresa di mercato da Marotta?
«Lui ormai è abituato a stupire tutti, è il Cassano dei direttori sportivi viste le sue qualità. Se avesse a disposizione la metà dei soldi che spende il ds della Fiorentina Corvino vincerebbe tre scudetti».
Mercoledì è stato un anno esatto dal suo arrivo a Genova: qual è stato il giorno più bello?
«Il primo. Quando c’è stata la presentazione ed erano in migliaia ad accogliermi ».
Si è prefissato un obiettivo a livello di gol?
«Se anche dovessi chiudere il campionato con quaranta assist e zero reti, sarei felicissimo lo stesso: senza i miei compagni di squadra non potrei fare niente».
Vuole rimanere alla Samp, ma le sirene del mercato ci sono…
«E io non le faccio suonare, alla fine conta solo la parola del calciatore e io voglio restare qui. Quando scadrà il contratto avrò 31 anni, a 34 poi smetto. Stiamo già parlando con Marotta per allungare il contratto fino a quella data (risata,ndr)… ».
Si vede in un futuro come allenatore della Sampdoria?
«Non scherziamo, poi dico alla squadra di giocare tutti in attacco e prendiamo dieci gol».
Come mai non ha scelto la maglia numero 10, conservando il 99?
«Che problema c’è ? Dal punto di vista affettivo era importante, e poi la bravura non dipende dal numero».
Il suo rapporto con Genova?
«Dico la verità, non mi piace il pesto. Ma c’è tutto: sole, mare, si sta benissimo. La preferisco a Madrid».
Quanto è contato l’amore con la sua fidanzata Carolina Marcialis nella sua scelta di restare?
«Molto. Se fossi andato via, lei probabilmente non avrebbe potuto seguirmi. Il mio cambiamento all’80% è stato merito suo. Marotta ha paura che ci lasciamo perché altrimenti torno ad andare in giro…».
Chiudiamo con il botto, è pronto per i derby con il Genoa?
«Non c’è problema, sono le partite adatte a me. Noi siamo sempre carichi, mentre loro soffrono un po’ e arrivano in campo pallidi… L’ultimo verdetto è quello del campo, ma loro sanno che noi siamo più forti. Forza Samp.

Sempre».

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