Antonveneta, Abn contesta l’Ops di Lodi

Fiorani rafforza il patrimonio, cede partecipazioni e cartolarizza i mutui

Massimo Restelli

da Milano

Ogni anno negli archivi della Consob si accumulano oltre 5mila esposti: l’ultimo in ordine di tempo potrebbe essere quello preannunciato da Abn Amro che, all’indomani del via libera della Consob all’Ops di Bipielle su Antonveneta, ha deciso di contestarne il prospetto informativo. Con una mossa che appare una velata sconfessione del lavoro di Lamberto Cardia, Abn ha infatti messo nel mirino il punto del documento nel quale Bipielle, dopo aver confermato il carattere «migliorativo» della propria offerta (composta da una parte in contanti e da una in azioni), ammette che per quanti volessero liquidare immediatamente i titoli ricevuti «a causa dei rischi tipici di mercato non vi è certezza assoluta» di ottenere un corrispettivo almeno pari ai 26,5 euro messi sul tavolo dagli olandesi.
Secondo alcuni analisti un gesto di trasparenza verso gli investitori ma che, per il dubbio che decada la natura migliorativa, ha attirato l’attenzione di Abn. Potrebbe quindi aggiungersi una nuova arma all’offensiva legale con cui il presidente Rijkman Groenink sta tentando di capovolgere una situazione che al momento pare favorevole a Lodi. La squadra raccolta attorno a Bipielle, ribattezzata Popolare Italiana, controlla ora la maggioranza di Antonveneta e starebbe ottenendo una buona risposta dal previsto aumento di capitale da 1,5 miliardi. L’iniezione di mezzi freschi rientra nel rafforzamento da 3 miliardi messo in cantiere dall’ad Gianpiero Fiorani per rispettare i vincoli di bilancio richiesti da Bankitalia. Nell’impianto rientrano cartolarizzazioni sui mutui per 1,8 miliardi e il miliardo legato alla cessione, perfezionata oggi, di alcune partecipazioni di minoranza: tra cui Efibanca, Popolare di Cremona, Popolare di Crema, Ducato e alcune casse di risparmio.
Il dettaglio è contenuto nel prospetto di Bipielle che, spinta dall’urgenza dei tempi per lanciare un’offerta «concorrente» all’Opa di Abn, prova a rassicurare la Vigilanza con una raccolta di mezzi finanziari fino a 5,2 miliardi e ribadendo i propri parametri di bilancio: prima della ricapitalizzazione, considerando la partecipazione in Antonveneta, il Tier 1 era pari all’8,4% e al 6% in caso di consolidamento al patrimonio netto. Un punto, quello dell’affidabilità, duramente contestato da Abn che sabato consegnerà due memorie al tribunale di Padova dove sono attese anche le controdeduzioni della Vigilanza. L’esito della battaglia legale potrebbe rivelarsi decisiva per l’assemblea che il 25 luglio sarà chiamata a scegliere il nuovo vertice di Antonveneta. Ma più immenente appare il confronto in Piazza Affari.


Entro la settimana, ma forse già oggi, è atteso il definitivo via libera di Bankitalia alla doppia offerta di Bipielle: accanto all’Ops da 27,5 euro (di cui 4,9 euro in contanti e il resto in azioni Bpl e Reti Bancarie, più un premio di un euro per i soci più fedeli), scatterà l’Opa obbligatoria da 24,47 euro imposta dalla Consob. Entrambe le offerte (l’Ops prevede alcune garanzie per la liquidabilità dei titoli) si confrontano con un’offerta di Abn Amro (26,5 euro in contanti) che scade il 6 luglio.

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