Antonveneta, Gnutti patteggia

Caso Unipol, chiesto il rinvio a giudizio per Consorte

da Milano

La procura di Milano ha dato il suo consenso al patteggiamento del finanziere bresciano Emilio Gnutti a due anni e un mese di reclusione nell’ambito dell’udienza preliminare in corso sulla tentata scalata ad Antonveneta dell’estate 2005 da parte dell’allora Banca Popolare Italiana, ora Banco Popolare.
Lo riferiscono fonti giudiziarie, aggiungendo che hanno presentato richieste di patteggiamento altri 31 coimputati su un totale di 68, tra i quali l’ex direttore finanziario dell’allora Bpi, Gianfranco Boni: da 18 dei patteggiamenti - quelli richiesti dai cosiddetti «bresciani» e «lodigiani», cioè quei finanzieri che facevano capo alle cordate promosse da Gnutti e da Gianpiero Fiorani, ex ad di Bpi - potrebbero derivare 120 milioni di introito per le casse dello Stato.
La procura ha dato il consenso anche alle richieste di patteggiamento di due delle otto società imputate per la responsabilità amministrativa, GP Finanziaria e Fingruppo. Sempre secondo fonti legali, il Gip di Milano, Luigi Varanelli, ha accolto le richieste di costituzione di parte civile di Consob, Bankitalia e del ministero dell’Economia nell’ambito dello stesso procedimento, ma ha respinto quelle di Adusbef e di azionisti e promotori finanziari. Richiesta di rinvio a giudizio anche per gli ex vertici di Unipol, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, nonché per l’immobiliarista Vittorio Casale.

I pm della procura di Roma, Cascini e Sabelli, hanno formalmente chiesto il giudizio al Gip per l’indagine nata da una costola dell’inchiesta sulla fallita scalata a Bnl. Consorte è indagato, insieme con Sacchetti, Casale e altre 4 persone, per la cessione di 133 immobili del patrimonio Unipol in favore di una società di Casale.

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